Olimpiadi 2012: quale sponsor vincerà la medaglia d’oro del Greenwashing?
La campagna “Greenwash gold 2012”, promossa dalle associazioni London Mining Network, Bhopal Medical Appeal e UK Tar Sands Network, stabilirà attraverso un voto on line aperto a tutti lo sponsor olimpionico che maggiormente usa in modo strumentale l'ambiente per “lavare” la propria immagine
24 April, 2012
“Quale azienda merita la medaglia d'oro del Greenwash nel 2012? Chi si sta maggiormente adoperando per coprire la distruzione ambientale e la devastazione delle comunità fingendo di essere un’azienda socialmente responsabile nella sponsorizzazione dei giochi olimpici?”
È questa la domanda fondamentale su cui si basa la campagna “Greenwash gold 2012”, supportata dalle associazioni London Mining Network, Bhopal Medical Appeal e UK Tar Sands Network, per stabilire attraverso un voto on line quale tra le numerose aziende che sponsorizzano i Giochi Olimpici di Londra 2012 eserciti maggiormente la pratica del greenwashing. Per chi ancora non conoscesse il termine, coniato solo un paio d'anni fa, il greenwashing, letteralmente lavaggio verde, indica il modo subdolo con cui numerose aziende sfruttano le tematiche ambientali per darsi un’immagine “verde” che distolga l'attenzione dalle proprie responsabilità nei confronti di gravi danni ambientali: in sostanza, una bella lavata che dia un’immagine di sostenibilità e rispetto dell’ambiente che in realtà è solo di facciata.
Gli organizzatori della campagna, avviata da Meredith Alexander - ex commissario della campagna per la sostenibilità di Londra 2012 – hanno ristretto il voto a tre aziende, selezionando quelle che, dati alla mano, sono maggiormente dedite alla pratica del greenwashing. La prima è l’inglese British Petroleum, impegnata nell’estrazione di combustibili fossili, soprattutto petrolio e gas naturale, responsabile del disastro ambientale avvenuto nell'aprile 2010 nella piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, situata nel golfo del Messico; la seconda è la statunitense Dow Chemical Company, colosso chimico proprietario dal 2001 della Union Carbide Corporation, l’azienda responsabile del terribile incidente alla centrale pesticida di Bhopal, in India, in cui nel 1984 morirono 25 mila persone e ne rimasero gravemente intossicate più di mezzo milione; la terza è l’anglo-austrialiana Rio Tinto, una delle tre maggiori società minerarie del mondo, che fornirà il metallo per le 4700 medaglie delle olimpiadi, accusata di gravi danni ambientali nello Utah, in Mongolia e in Australia, oltre che di ripetute violazione dei diritti umani in due delle sue miniere in Indonesia ora chiuse.
Il voto è aperto a tutti. Per votare è necessario recarsi sull’home page del sito www.greenwashgold.org, dove compaiono tre brevi clip animate che illustrano in maniera piuttosto cruda i danni ambientali provocati rispettivamente da Bp, Dow e Rio Tinto. Per esprimere la preferenza è sufficiente immettere il proprio indirizzo mail che si trova al di sotto di ogni clip e cliccare il pulsante “vote”. Lo sponsor olimpionico vincitore della medaglia d’oro del greenwash sarà decretato durante le Olimpiadi.