Roma, via libera in assemblea capitolina al Piano quadro per la ciclabilità
Il documento prevede la realizzazione, da qui al 2020, di 1.000 chilometri di piste ciclabili. Le associazioni festeggiano, ma rimane lo scetticismo. Legambiente: "Ora trovare i soldi, altrimenti sarà tutta una farsa". Roma ciclabile: "L'amministrazione non è pronta per l'attuazione concreta"
24 April, 2012
A sei anni dall’inizio della sua redazione e a due anni dall’adozione in giunta, l’Assemblea capitolina ha approvato all’unanimità il Piano quadro della ciclabilità di Roma. Il documento prevede che a Roma vengano realizzati, da qui al 2020, quasi mille chilometri di piste ciclabili con un investimento di 170 milioni di euro. La delibera rimanda a un regolamento che pianifica l'estensione della rete di ciclabilità a Roma: tanto nel collegamento radiale, cioè con la Tangenziale, quanto all'interno dei municipi che sono stati, quindi, ascoltati precedentemente. In pratica, si fa una progettazione a breve, medio e lungo periodo definendo quali sono i tratti immediatamente realizzabili e a breve scadenza come l'Appia, Tor de Cenci, Caffarella e Roma-Fiumicino fino alla pianificazione di quelle ancora in progettazione. Inoltre, viene istituita una cabina di regia perché sul tema siano impegnati tutti i dipartimenti che hanno competenze. Infine, vengono previsti stalli per le biciclette nei nodi di scambio e cioè nelle stazioni metro, ferroviarie, nei parcheggi e davanti alle scuole.
E’ previsto, grazie ad un emendamento di commissione, l'obbligo di destinare una parte delle multe elevate in città alla sicurezza stradale e anche alla ciclabilità.
Ma è proprio sui finanziamenti che si concentrano le preoccupazioni delle associazioni. Il coordinamento Roma ciclabile punta il dito contro «l’incertezza sulla disponibilità delle risorse per la sua attuazione e la scarsa consapevolezza della sua importanza nell’attuale amministrazione». Legambiente Lazio sottolinea che «nella proposta di bilancio approvata dalla Giunta capitolina per ora non c'è nessuna posta di bilancio per gli interventi del Biciplan. L'unica voce del piano investimenti per il 2012 deriva da un contributo dello Stato per un “Progetto intermobilità acquisto biciclette elettriche e stazioni di ricarica”, un nuovo bike sharing elettrico del valore di 2,1 milioni di euro, che l'Amministrazione vuole realizzare dopo aver abbandonato quello che già esisteva».
Per realizzare gli obiettivi contenuti nel Piano, secondo i calcoli di Legambiente, «servono investimenti altrettanto ambiziosi: per passare da 225 km a 1.200 km di rete ciclabile (oggi 115 km sono nel verde e solo 110 su strada), da 26 a 350 stazioni per il bike sharing, con tanti nuovi parcheggi nei nodi di scambio, tra il breve e il medio periodo, sarebbero necessari circa 40 milioni di euro, sufficienti a realizzare molti degli interventi ma nemmeno tutti». Soldi che per adesso non si sa da dove arriveranno. Difficile infatti credere che basterà una parte delle multe a pagare i lavori per le piste ciclabili.
«L'approvazione del Biciplan di Roma, dopo oltre due anni di attesa, è una enorme vittoria dei ciclisti, delle associazioni, di chi ama e usa la bici, ora però l'Assemblea capitolina deve trovare subito i soldi da mettere in bilancio per realizzare gli interventi, altrimenti sarà tutta una farsa. Se si vogliono usare parte dei soldi derivanti dalle multe, come proprio le associazioni hanno proposto, benissimo, per ora nella proposta di bilancio approvata dalla Giunta capitolina, per gli interventi del Biciplan non c'è il becco di un quattrino, lo stanziamento è zero. Dopo la prima vittoria puntiamo, quindi, subito al nuovo obiettivo, lo dobbiamo anche a chi ha pagato con la morte la scelta ecologica di muoversi in bici in questa pazza Capitale», commenta Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.
Per la direttrice dell’associaizone Lazio Cristiana Avenali, «vanno subito reperiti i primi 40 milioni necessari secondo il piano, chiediamo che nel piano investimenti pluriennale l'Assemblea capitolina trovi 25 milioni subito nel 2012 e poi altri 15 milioni nel biennio successivo. L'obiettivo finale di 986 Km di piste al 2020 è lontanissimo, bisogna far partire gli interventi, realizzare nuove corsie, piste, itinerari ciclabili, mettere ovunque rastrelliere, dotare Roma di un bike sharing decente».
Il voto in Consiglio era stato più volte rimandato e sono in molti a scommettere che la manifestazione #salvaiciclisti, prevista per sabato 28 aprile ai Fori imperiali, abbia spinto il Campidoglio a prendere finalmente l’iniziativa. Ma il timore delle associazioni è che ora quel documento rimanga lettera morta. «L’approvazione del Piano a tre giorni dalla manifestazione del 28 aprile dimostra ancora una volta, se ce n’era bisogno, la scarsa convinzione sulla ciclo mobilità di questa amministrazione, che altrimenti non avrebbe aspettato fino ad ora per approvare un Piano approvabile già da molto tempo. Ma ora arriva il lavoro più difficile, perché dopo l’approvazione del Piano il compito sarà molto più impegnativo: bisognerà fare quello che è previsto nel Piano entro il 2020, investire quindi molte risorse, realizzare in pochi anni molti chilometri di percorsi protetti e riqualificati, molte zone 30, applicare in modo rigoroso il codice della strada, fare un bikesharing e un’intermodalità seria e molto altro. Tutto questo significa che lo spazio destinato alle auto andrà ridotto e non poco. E’ pronta Roma Capitale?», si chiede polemicamente il coordinamento Roma ciclabile. «Dopo tanti anni non vorremmo che anche il piano quadro della ciclabilità si tramutasse nell'ennesimo annuncio del Sindaco, magari per presentarsi alla manifestazione #salvaicicisti, per poi dimenticare gli interventi in un cassetto perché non si trovano i soldi», dice Cristiana Avenali. Il sindaco Gianni Alemanno ha parlato di «un passo in avanti nello sviluppo e nella modernizzazione della nostra città, indispensabile per implementare la mobilità sostenibile, necessario per la salvaguardia dei ciclisti e doveroso per tutti coloro che amano Roma e la desiderano ancora più bella e vivibile».
Roma, città zero bike-friendly
Ad oggi, Roma è ultima tra le grandi città italiane per l'indicatore del modal split (spostamenti modali), con solo lo 0,4% degli spostamenti in bicicletta e in condizione troppo spesso del tutto insicure. Secondo lo studio “Città in bici”, nato dalla collaborazione tra Fiab, Legambiente e CittàinBici, gli spostamenti a piedi sono pari al 6%, quelli effettuati utilizzando i mezzi pubblici raggiungono il 28%, mentre il 67% sono spostamenti con mezzi privati, dei quali 52% in auto e 15% in moto. Per Fiab Legambiente e Citta in Bici, la città ottimale ha almeno un 15% di spostamenti in bici e allo stesso tempo una mobilità in auto e moto minore del 50%.
Nel Piano la rete ciclabile principale, che interessa i grandi assi di spostamento, è fatta di 361 km di piste, dei quali solo 70 esistenti. La rete ciclabile locale ha invece circa 40 km di piste già realizzate e ben 550 solo pianificati. Accanto a queste abbiamo quasi 150 km di corridoi verdi, che dovrebbero garantire il collegamento tra Roma e la campagna. Un’attenzione particolare è rivolta alle scuole dove si prevede di realizzaee rastrelliere per il parcheggio all’interno degli edifici scolastici.