Teleriscaldamento, in progetto un nuovo impianto. Sarà servito il 70% della città
I vertici Iren fanno il punto della situzione in Commissione Ambiente: ad oggi gli impianti di Moncalieri e Torino Nord sono in grado di servire un volume di 55 milioni di metri cubi per soddisfare le esigenze di quasi 500 mila torinesi. Si punta però ad un terzo impianto in area Nord-Est, per includere le Circoscrizioni 5, 6 e 7
26 April, 2012
Torino: i vertici di Iren sono intervenuti in Commissione Ambiente per fare il punto sulla situazione attuale del teleriscaldamento nella nostra città. Andrea Ciuti, direttore della comunicazione di Iren energia, ha ricordato come Torino sia da tempo la città più teleriscaldata del Paese, potendo contare sugli impianti di cogenerazione (produzione combinata di energia elettrica e calore per il teleriscaldamento) di Moncalieri e Torino Nord, in grado di servire un volume di 55 milioni di metri cubi per soddisfare le esigenze di quasi 500mila torinesi.
“Nello scorso mese di dicembre - ha sottolineato Ciuti - i due cogeneratori della centrale di Moncalieri, a fronte di un consumo di energia di 810 gigawattora (pari a circa 98 milioni di standard metri cubi di gas metano), hanno assicurato una produzione di 456 gigawattora elettrici e 308 gigawattora termici, con un’efficienza energetica superiore al 90%”.
Ciuti si è poi soffermato sulle prospettive del teleriscaldamento, annunciando l’avviamento del progetto per un nuovo impianto a Torino Nord Est che consentirà, una volta diventato esecutivo, di teleriscaldare ulteriori 16 milioni di metri cubi, corrispondenti a circa 150mila torinesi residenti nelle Circoscrizioni 5, 6 e 7. “A progetto ultimato - ha concluso Ciuti - risulterà teleriscaldato il 70% della città”.
“La valenza ambientale deve rimanere una prerogativa indispensabile in tutte le scelte energetiche della Città”, ha commentato al termine dei lavori il presidente della Commissione Ambiente Marco Grimaldi che ha inoltre auspicato “un ulteriore passo avanti verso l’abbattimento di emissioni provocato dalla caldaie domestiche, grazie all’insediamento di una nuova centrale (nei pressi di Basse di Stura) nella zona nord coinvolta dalla variante 200, da Barriera di Milano allo Scalo Vanchiglia”.