Blitz Greenpeace alla Centrale di Cerano: protesta contro l'uso del carbone | Dossier
Un'enorme sagoma di circa 80 metri raffigurante un cadavere riverso al suolo con la scritta “Enel Killer” disegnata nei campi circostanti la centrale Federico II di Brindisi. I risultati di una ricerca commissionata dalla stessa associazione ambientalista raccolti in un dossier
30 April, 2012
E' questo il nuovo blitz messo in atto dagli attivisti di Greenpeace che, con questa azione, hanno voluto porre l'accento sui risultati di una ricerca commissionata dalla stessa associazione ambientalista in cui si evidenziano i danni alla salute e gli impatti economici dell'uso del carbone da parte di Enel.
Il documento e il blitz sono da porre in stretta correlazione con l'assemblea degli azionisti dell'Enel, convocata per il pomeriggio del 30 aprile a Roma, in concomitanza con la quale Greenpeace ha annunciato un presidio. L'organizzazione denuncia che Enel è l'azienda numero uno in Italia per emissioni di CO2, dunque la più nociva per il clima e chiede all'azienda di dimezzare la produzione elettrica da carbone da qui al 2020 e di portarla a zero al 2030, investendo contemporaneamente in fonti rinnovabili per compensare la perdita di produzione.
Scrivono da Greenpeace: "Siamo qui per ricordare agli azionisti di Enel che l'uso del carbone da parte del loro gruppo, in Italia, fa danni per circa 1,8 miliardi di euro l'anno e causa una morte prematura al giorno. Enel è soggetta a controllo pubblico da parte del ministero del Tesoro, ma in Italia vuole spendere poco e male, per realizzare solo nuovi impianti a carbone, avvelenare ulteriormente il Paese e deprimerne economia e occupazione. I suoi piani industriali devono cambiare radicalmente, puntando sulle fonti rinnovabili".
I dati pubblicati da Greenpeace (riferiti ai dati di emissione degli impianti Enel del 2009) indicano che 1,8 miliardi di euro è la cifra stimata per il costo indiretto della produzione di energia con il carbone da parte dell'azienda. Mentre sono 366 i casi di morte attesi in più, espressi in termini di mortalità prematura, pari all'80 per cento della mortalità in eccesso provocata da tutti gli impianti a fonti fossili di Enel.
Le richieste in breve di Greenpeace a Enel:
- ritiro immediato dei progetti di conversione a carbone degli impianti di Porto Tolle e Rossano Calabro;
- taglio del 50 per cento della attuale produzione elettrica da carbone entro 2020;
- eliminazione definitiva della produzione elettrica da carbone entro il 2030;
- sostituzione con le fonti rinnovabili della produzione da carbone.