#salvaiciclisti: dopo Roma ora servono i fatti
Antonio Dalla Venezia, presidente FIAB: "Ogni città deve iniziare a disegnare la propria rete di strade per le biciclette, continua e capillare: nessuno pretende piste ciclabili in sede propria dovunque, ma bisogna puntare su moderazione del traffico e interventi infrastrutturali per creare un sistema ragionato di ciclovie"
02 May, 2012
Antonio Dalla Venezia, presidente FIAB dichiara: «All’indomani della grande manifestazione nazionale che ha visto convergere a Roma ai Fori Imperiali 50.000 persone da tutta Italia per rivendicare il diritto di muoversi sicuri a piedi e in bicicletta nelle città cresciute a misura d’auto e soffocate da smog e rumori, ci aspettiamo che tutte le Istituzioni, ad ogni livello di governo, ma anche tutta la stampa, facciano la loro parte affinché pedoni e ciclisti siano finalmente al centro delle politiche locali per la mobilità, la salute, la qualità della vita».
«Siamo consapevoli – prosegue Dalla Venezia – che non si possa cambiare dalla sera alla mattina uno stile di vita, un modello culturale, un assetto economico basato sul mercato dell’auto: ma la manifestazione di Roma ha dimostrato che è quanto mai indispensabile iniziare questo percorso di cambiamento e i tempi sono più che maturi, complice pure l’attuale situazione di crisi finanziaria, che dovrebbe suggerire di indirizzare le ridotte risorse disponibili verso la realizzazione di opere ciclabili che darebbero un duplice vantaggio: sicurezza per i ciclisti e beneficio per le economie locali».
Cosa occorre fare? Secondo il presidente della FIAB «ogni città deve iniziare a disegnare la propria rete di strade per le biciclette. La rete deve essere continua e capillare. Attenzione, nessuno si aspetta che siano immaginate piste ciclabili in sede propria dovunque: mancherebbero spazi e risorse. Ma partendo dalla classificazione funzionale delle strade, come previsto dalle norme per redigere i Piani del traffico, è possibile individuare assi radiali e circolari su cui intervenire con interventi infrastrutturali (piste ciclabili o moderazione del traffico) o provvedimenti amministrativi (ZTL, strade 30, doppi sensi per le bici nelle strade a senso unico, strade pedonali, zone residenziali). Dalla messa in rete di una sequenza ragionata di strade ciclabili, si può ottenere un buon sistema di ciclovie. Meglio se supportato da una serie di servizi: cicloposteggi, centri di riparazione e assistenza, intermodalità bici e mezzi pubblici».
Un occhio particolare va dato anche ai progetti di nuove strade o a quelli di manutenzione straordinaria di strade esistenti: secondo gli articoli 13 e 14 del codice della strada, le strade oggetto dell’intervento devono essere ciclabili. Stessa cosa vale per i progetti di rotatorie, sottopassi e sovrappassi. Tra le priorità, anche le modifiche del Codice della Strada con norme a beneficio della circolazione sicura delle biciclette, su cui la FIAB ha elaborato studi e proposte.
Il sito www.fiab-onlus.it, un vero e proprio portale della mobilità ciclistica, è a disposizione di amministratori locali e nazionali.