Detrazioni fiscali per l’efficienza energetica: verso una riconferma fino al 2020
Da Greenreport del 14.05.2012
14 May, 2012
di Fabio Tognetti, Centro nazionale per le energie rinnovabili di Legambiente
Il ministro dell'ambiente Corrado Clini (Nella foto), durante gli Stati generali per le rinnovabili e l'efficienza energetica del 10 maggio, ha confermato la volontà del Governo di rendere stabile il meccanismo di incentivazione delle detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica, prolungandolo fino al 2020. «I segnali dell'interesse mostrato dalle imprese e dalle famiglie e la voglia di investire in questi settori sono fortissimi, come conferma il numero di domande arrivate al fondo per Kyoto che abbiamo avviato a metà marzo insieme con la Cassa depositi e prestiti - ha detto il ministro Clini -. Nel caso della detrazione del 55%, che abbiamo prorogato per tutto il 2012 e che vogliamo portare fino al 2020, abbiamo visto anche un beneficio per le casse dello stato, visto che in un paio di anni il minore gettito fiscale viene compensato da entrate tre volte superiori grazie all'iva che viene messa in movimento, ai maggiori incassi di fornitori e installatori, grazie all'emersione del nero. Gli strumenti come il credito agevolato oppure il credito d'imposta sono tra i più efficaci per consentire alla domanda potente di ambiente ed efficienza di esprimersi».
Una dichiarazione che sembra confermare la volontà, recentemente già espressa dal ministro in altri contesti istituzionali, di voler rendere realmente stabile un sistema di incentivazione ritenuto strategico per più motivi. Del resto i risultati che sono stati presentati lo scorso mese dall'Enea, durante la presentazione del rapporto Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente 2010 (vedi), parlano chiaro. Nel 2010 Enea ha valutato ben 405.600 pratiche totali, per un valore degli investimenti complessivi pari ad oltre 4,6 miliardi di euro. Gli importi portati in detrazione sono stati 2,5 miliardi. Il risparmio energetico complessivo in energia primaria è quantificabile in oltre 2.000 GWh/anno, pari a un risparmio in termini di CO2 non emessa in atmosfera di circa 430 kt/anno. Considerando anche le 106.000 pratiche del 2007, le 245.000 del 2008 e le 236.100 del 2009, nei primi 4 anni di esistenza, le detrazioni del 55% hanno riguardato quasi un milione di interventi.
Sono numeri impressionanti, che evidenziano quanto sia virtuoso in termini ambientali il meccanismo di incentivazione delle detrazioni fiscali, in grado di permettere il conseguimento di grandi riduzioni di emissioni climalteranti in atmosfera, attraverso l'efficienza e il risparmio energetico conseguiti tramite centinaia di migliaia di interventi, anche di piccole e piccolissime dimensioni: come la sostituzione di serramenti e infissi, l'installazione di caldaie a condensazione, di caldaie a biomassa, di pannelli solari e pompe di calore o la coibentazione pareti e coperture. Un sistema di incentivazione che ha svolto e svolgerà un ruolo chiave nel conseguimento degli obiettivi del 20-20-20 al 2020.
Ma virtuoso anche da un punto di vista economico, in quanto in grado di far emergere una economia troppo spesso sommersa e quindi portando benefici significativi anche alle casse erariali. Va inoltre ricordato che questi numeri sono stati conseguiti nonostante il clima di profonda incertezza che ha sempre caratterizzato le norme che regolavano il 55% (introdotto per la prima volta dalla Finanziaria 2007), spesso prorogate proprio in prossimità della scadenza dell'incentivo (l'ultima delle proroghe è stata attuata proprio dal Governo Monti, che ha consentito il prolungamento delle detrazioni per tutto il 2012). Quindi numeri significativi, ottenuti nonostante un meccanismo fatto funzionare a singhiozzo. Per questo, la volontà di stabilizzare le detrazioni in un'ottica di medio termine, confermandole sino al 2020, sarebbe un indubbio passo in avanti.
In questo senso, nel Piano per la riduzione delle emissioni al 2020 (vedi), presentato da Clini al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) lo scorso 17 aprile, tra le misure individuate per conseguire gli obiettivi, vi è anche «l'ulteriore riduzione del consumo di energia negli edifici e la promozione delle fonti rinnovabili di energia nell'edilizia attraverso la detrazione fiscale» da ottenersi tramite «il prolungamento al 2020 e la modifica detrazione 55%». Resta però da vedere se, per "modifica" della detrazione del 55%, si intende anche una sua possibile riduzione. Ma soprattutto è indispensabile che la norma che regolerà le nuove detrazioni fiscali per gli anni a venire sia completata al più presto e non, come d'abitudine, con l'approssimarsi della data di scadenza delle attuali detrazioni (il 31 dicembre 2012), al fine di dare a tutto il comparto produttivo legato all'efficienza energetica la stabilità e la tranquillità che merita e di cui ha bisogno per consolidarsi e divenire realmente un settore trainante dell'economia del nostro Paese.