Sciopero discariche, revoca in extremis
Trovato un accordo tra la maggior parte dei comuni morosi e le aziende di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, serrata delle discariche confermata solo in sei città. “Salva” anche Roma, dove l'Ama ha raggiunto l'intesa con il Colari
03 April, 2009
Alla fine, il peggio è stato evitato. Il servizio di smaltimento in discarica e del trattamento dei rifiuti solidi urbani è stato interrotto solo in sei comuni del Lazio, pesantemente indebitati con le aziende che si occupano del servizio stesso. Si tratta, nel dettaglio, dei comuni di Nettuno, Pomezia, Monterotondo, Palombara Sabina, Castel Madama e Cittaducale. La normalità, fanno sapere da Federlazio – l'associazione regionale delle imprese del settore – sarà ripristinata solo a debito saldato, o comunque quando si raggiungerà un accordo ritenuto soddisfacente dai creditori.
Si è invece salvata in extremis la maggior parte delle altre città morose, per le quali i debiti accumulati dall'1 settembre 2008 al 28 febbraio 2009 sono stati temporaneamente congelati dalle aziende di smaltimento. Una franchigia di sei mesi concessa anche alla capitale, dove si è trovata un'intesa tra l'Ama e il Colari, il Consorzio laziale rifiuti che gestisce la discarica di Malagrotta. A proposito di Roma, intanto, l'assessore capitolino all'Ambiente, Fabio De Lillo, dichiara che la possibilità di localizzare il futuro sversatoio dell'Urbe ad Allumiere o a Riano «non deve far gridare allo scandalo». Immediata la replica di Angela Flammini, coordinatrice del Pdci di Riano che «accusa» il Comune di «ragionare come un papa re» e spiega che «a Riano la mobilitazione dei cittadini è solo all'inizio».