Confcommercio: nei maggiori centri urbani velocità media attuale come fine '700
"La congestione delle reti di trasporto in Italia ha causato la perdita di 142 miliardi di euro di Pil negli ultimi dieci anni e la velocità media attuale nei maggiori centri urbani italiani è quella di fine '700: oscilla intorno ai 15 km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta". E' quanto sostiene il Libro bianco dei trasporti in Italia curato da Confcommercio
16 May, 2012
La congestione delle reti di trasporto in Italia ha causato la perdita di circa 142 miliardi di euro di Pil negli ultimi dieci anni. E' quanto emerge dal Libro bianco dei trasporti in Italia curato da Confcommercio, nel quale viene sottolineato come la velocita' media attuale nei maggiori centri urbani italiani ricorda da vicino quella raggiunta alla fine del '700: oscilla intorno ai 15 km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta. E' uno dei sintomi piu' macroscopici del ''congestionamento'' delle reti urbane e metropolitane del Bel Paese, con costi sociali ed economici altissimi.
Un congestionamento che a sua volta produce effetti difficilmente sostenibili, se non grotteschi, come il fatto che si impieghi piu' tempo per raggiungere l'aeroporto della Malpensa o di Orio al Serio dal centro di Milano che per viaggiare in aereo tra il capoluogo lombardo e Roma o Trapani.
La congestione delle reti - si legge nel libro - e' il risultato di un mix micidiale di ingredienti (parco auto circolante, infrastrutture urbane ed extraurbane inadeguate, trasporto pubblico inefficiente, mancanza di parcheggi, tariffe popolari non usate come regolatori della domanda, bassa velocita' commerciale e, non ultimo, inquinamento).
Tra gli indicatori maggiormente utilizzati dagli studiosi per misurare la congestione due sono particolarmente significativi: l'accessibilita', che analizza il modo in cui i singoli nodi (come, appunto, i centri urbani) sono collegati alla rete nel suo complesso, e la connettivita', che invece prende in esame gli spostamenti all'interno delle aree designate dai singoli nodi.
La connettivita' media nelle province italiane evidenzia decrementi medi, rispetto all'optimum teorico, che oscillano tra il 20 e il 30%, con trend di peggioramento medio nel decennio di osservazione (2001-2010) del 2,5% all'anno in termini relativi.
L'accessibilita' ha fatto segnare nello stesso periodo di osservazione (2001-2010) un calo costante in tutte le regioni italiane: dal 19,4% perso in Abruzzo (massima performance negativa) all'1,5% perso in Sicilia. La media nazionale evidenzia un peggioramento del 15%, che appare particolarmente grave se rapportato ai trend positivi registrati invece tra i principali competitor europei, Germania in primis.
La perdita di Pil conseguente a questo peggioramento, calcolata dall'ufficio studi di Confcommercio, e' probabilmente il dato piu' eclatante di questa analisi: se l'Italia avesse messo in campo, nel decennio osservato, politiche di miglioramento dell'accessibilita' tali da allineare il sistema-paese all'andamento dello stesso indicatore in Germania, si sarebbe registrato un incremento del Pil pari a 142 miliardi di euro.
Ma anche senza rapportarsi ai principali protagonisti continentali, limitarsi ad una omogeneizzazione dei livelli di accessibilita' alla rete sul piano nazionale, riducendo gli enormi squilibri esistenti ad esempio tra Nord e Sud, avrebbe prodotto significativi effetti virtuosi.
In questo caso, infatti, il Pil perduto nel 2010 viene quantificato in 50 miliardi di euro: corrispondente all'incremento del 3,2% del Pil che si sarebbe registrato portando i livelli di accessibilita' medi del Mezzogiorno agli standard raggiunti nella regione Lombardia.
Infrastrutture e trasporti: Italia ferma a 50 anni fa, persi 142 miliardi di Pil nell’ultimo decennio (Confcommercio)