Corcolle senza... colle. Parlati (Legambiente): "Sulle aree per la discarica è confusione totale. Ma il problema resta la differenziata"
Il presidente dell'associazione per il Lazio fa il punto sulla situazione dei rifiuti a Roma. Produzione stazionaria e differenziata ancora troppo indietro i problemi a monte. Sui siti dove portare i rifiuti, manca un'opera precisa di screening
24 May, 2012
Corcolle sì, Corcolle forse, alla fine niente Corcolle. Intorno alla nuova area individuata dal prefetto Pecoraro per aprire la nuova discarica che subentrerà a Malagrotta fra qualche mese si è scatenato un polverone. Ai più, anche all’interno del governo Monti, l’idea di Corcolle non è piaciuta. Anche le associazioni si sono schierate sul piede di guerra. Tra esse, Legambiente ha esternato subito la sua contrarietà e giura che la partita non è ancora finita. Per Lorenzo Parlati però, presidente di Legambiente Lazio, il problema è più ampio e va analizzato su molteplici fronti.
Presidente, voi di Legambiente avete subito detto “no” alla discarica Corcolle. Quali sono quindi secondo voi le aree più idonee dove poter portare i rifiuti per il post-Malagrotta?
Il problema è più ampio. Noi continuiamo a sostenere che senza una svolta sul fronte della raccolta differenziata, il problema rifiuti resta. Per quando riguarda i siti, a Roma ne viene fuori quasi uno a settimana. Ma su nessuno è stato effettuato uno screening preciso con i dovuti rilievi. Esempio: un po’ di tempo è sbucata fuori l’opzione di Monte Carnevale. Ma nessuno, nemmeno chi deve gestire il commissariamento, ha fornito un minimo rilievo tecnico. Anche su Corcolle le procedure non sono state rispettate. Tant’è che se i comuni si rivolgono al tribunale amministrativo rischiano seriamente che venga data loro ragione.
Sul fronte termovalorizzatori? Possono essere una via?
Purtroppo quello più vicino, a Colleferro, smaltisce rifiuti provenienti da altre regioni. C’è quello di San Vittore, vicino Frosinone, che prende soltanto una piccola fettina dei rifiuti prodotti dalla Capitale. Ma anche facendone un altro, le criticità resterebbero, perché tanti rifiuti arrivano non trattati e, soprattutto, non differenziati.
La differenziata a che punto è a Roma?
Al momento, stando ai dati di un anno fa, arriva sì e no al 20%. Intorno alle 400 mila tonnellate. L’Ama dice che nel corso del 2012 si arriverà al 25%, ma diciamo che complessivamente siamo indietro. In alcuni rioni, penso a San Daniele o Decima, è stata avviata bene e i risultati ci sono. Ma in generale, viene fatta solo su alcune frazioni di rifiuti e si può e si deve fare di più.
Sul fronte della produzione di rifiuti a Roma è guerra di cifre: c’è chi dice che aumenta, chi invece sostiene che è in calo.
In base ai dati in nostro possesso, l’anno del calo è stato il 2009, quando si è arrivati sotto quota 2 milioni di tonnellate. Per il 2010 però il dato è stazionario intorno a quella cifra, e credo che sarà così anche per i dati del 2011 che però ancora non sono stati diffusi. Diciamo che anche qui la situazione non è rosea, ma si può solo migliorare, se si seguiranno i piani promossi da Conai e dal ministro Clini.