Mobility Tech a Napoli: luci e ombre della mobilità nelle città italiane
La manifestazione dedicata alla mobilità sostenibile si è aperta con un convegno dedicato alle politiche urbane e all'uso della tecnologia. Protagonista la città di Napoli, che sta cercando di recuperare un ritardo decennale nelle politiche della mobilità
11 June, 2012
Dare vita a una rete delle città italiane per la mobilità sostenibile. È una delle proposte venute fuori dal convegno di apertura della settima edizione del Mobility Tech, in corso a Napoli nella suggestiva cornice del Castel dell'Ovo. L'incontro, sul tema “Città digitale – città sostenibile” è stato un'occasione per fare il punto sullo stato dell'arte della mobilità urbana in Italia, confrontando le esperienze realizzate da diverse città, sottolineando i punti critici del sistema e illustrando alcuni progetti per il futuro. A cominciare, naturalmente, dalle strategie messe in atto nella città che ospita la manifestazione.
Creatività al servizio della mobilità
«La sfida più grande che abbiamo voluto raccogliere è stata quella di non limitarsi semplicemente a risolvere il problema dei rifiuti – ha dichiarato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris aprendo i lavori – ma di provare a diventare un esempio in materia di ambiente, mobilità e trasporto pubblico». Una sfida che, secondo il primo cittadino, potrà essere vinta grazie al fatto che «Napoli è la città d'Europa con il maggior numero di giovani», oltre a «non essere seconda a nessuno per creatività». L'obiettivo, dunque, è quello di trasformare il capoluogo campano e le altre città d'Italian in «città del futuro, non solo più vivibili ma anche più sicure, perché se le persone sono più stimolate a uscire di casa aumenta anche la sicurezza». Puntando prima di tutto sull'innovazione tecnologica e, dal punto di vista finanziario, sulle risorse messe a disposizione dall'Unione europea.
L'esperimento della Ztl
Come sta facendo la stessa città di Napoli, che proprio in materia di innovazione ha appena ottenuto dal Miur l'apperovazione di alcuni progetti nell'ambito del bando Smart Cities. Per quanto riguarda in particolare la mobilità cittadina, le iniziative realizzate dalla giunta nel sul primo anno di mandato sono state illustrate dall'assessore alla Mobilità Anna Donati. «All'inizio del nostro mandato abbiamo trovato una città con importanti progetti avviati sul fronte delle infrastrutture, ma con gli aspetti legati al trasporto di superficie e al controllo del traffico che avevano invece avuto poca attenzione – ha spiegato – Il Centro storico, patrimonio dell'Unesco, era attraversato ogni giorno da circa 21.000 veicoli». Di qui la decisione (seguita, a valle dell'organizzazione della Coppa America, dall'esperienza della Ztl del mare, ndr) di istituire una Zona a traffico limitato proprio nel Centro antico di Napoli, che, non senza una serie di difficoltà, ha ridotto il traffico nell'area a soli 6.000 veicoli al giorno, facendo aumentare nettamente il numero di utenti della stazione della metropolitana di Piazza Dante.
Taxi per tutti? Non proprio
Sempre nell'ottica di migliorare la viabilità del centro storico, il Comune ha inoltre promosso, in accordo con le organizzazioni dei tassisti, un regime di corse a tariffa predeterminata, che però non sta avendo il successo sperato. «Per quanto riguarda la campagna Taxi per tutti abbiamo incontrato molte difficoltà attuative, soprattutto a causa dell'aumento del prezzo del carburante – ha ammesso l'assessore – Nonostante avessero sottoscritto l'accordo, molti tassisti si rifiutano di applicare le tariffe fisse, per cui abbiamo riaperto un tavolo di confronto». I problemi, insomma, non mancano, e riguardano in modo particolare il trasporto pubblico su gomma. «Con la politica di tagli degli ultimi tempi, l'Italia è tornata indietro di 20 anni – è l'accusa di Anna Donati – A Napoli, in particolare, il taglio per quanto riguarda i bus è stato del 23%, praticamente una corsa su cinque».
La svolta della metropolitana
Inevitabile, allora, che la «fame di trasporto pubblico della città non possa essere soddisfatta», ma quanto una grossa mano potrebbe venire dall'apertura di alcune delle nuove stazioni della metropolitana, che dovrebbero avere un ruolo chiave nella mobilità cittadina. «Nelle prossime settimane sarà inaugurata la stazione di via Toledo – ha aggiunto Donati – mentre dovremo aspettare ancora un anno per la nuova stazione di piazza Garibaldi e un paio per quella di piazza Municipio, che rappresenteranno un'autentica svolta per questa città».
Il nodo del porto
Una città che deve fare i conti anche con la presenza di un porto molto importante su scala mediterranea, come hanno ricordato sua l'assessore ai Trasporti della Regione Campania, Sergio Vetrella, che il presidente della Consulta nazionale dell'autotrasporto e della logistica, Bartolomeo Giachino, entrambi presenti a Castel dell'Ovo. Giachino, in particolare, ha illustrato due proposte avanzate dalla Consulta proprio per migliorare la gestione del porto di Napoli: si va dalla modifica di una legge che velocizzerebbe le procedure doganali alla realizzazione di interventi per migliorare la logistica e favorire lo spostamento delle merci su ferro. Del resto, come ha spiegato Vetrella, attualmente i container che transitano dal porto di Napoli finiscono invariabilmente sui camion, con conseguenze prevedibili sulla mobilità cittadina e sull'inquinamento.
L'esperienza di Bologna
Luci e ombre, insomma, che accomunano la città di Napoli alla maggioranza dei centri urbani d'Italia. Come Bologna, il cui assessore ai Trasporti, Andrea Colombo, è intervenuto al Mobility Tech per raccontare l'esperienza della sua città, rivelando problemi e iniziative non molto diversi da quelli napoletani. «A Bologna abbiamo cercato di promuovere la ciclabilità e la pedonalità e, allo stesso tempo, di potenziale il trasporto pubblico nonostante i tagli più rilevanti – ha spiegato l'assessore – Per questo abbiamo deciso di mantenere nel bilancio la stessa cifra disponibile negli anni precedenti». Se i problemi con cui devono cimentarsi gli amministratori locali sono di fatto molto simili, si somigliano anche le soluzioni messe in atto per fronteggiarli, dall'apertura di nuove piste ciclabili alla promozione di servizi di car e bike sharing, dalla pedonalizzazione di intere aree urbane fino all'adozione di tariffe uniche per il trasporto su scala regionale. Di qui una proposta, avanzata proprio dall'assessore bolognese: «Istituire una rete nazionale delle città impegnate sul fronte della mobilità sostenibile».