Senza cravatta in ufficio: l'iniziativa di Eni per risparmiare energia
Per il settimo anno consecutivo, l'azienda invita i dipendenti a fare a meno della cravatta nei mesi più caldi. In questo modo, lo scorso anno il consumo elettrico per il condizionamento è stato ridotto del 9,5%
11 June, 2012
Senza cravatta in ufficio per sopportare meglio il caldo e risparmiare sull'aria condizionata. Lo prevede l'iniziativa “Eni si toglie la cravatta”, giunta alla sesta edizione, attraverso la quale l'azienda invita i dipendenti a recarsi in ufficio indossando un abbigliamento meno formale, in modo da consumare meno e lavorare meglio. In questo modo, sostengono i dirigenti Eni, è possibile alzare di 1 grado la temperatura negli ambienti di lavoro contribuendo a contenere le emissioni di CO2.
«Non è possibile stabilire chiaramente la temperatura che viene impostata negli uffici grazie a questa iniziativa, perché il sistema di condizionamento è di tipo dinamico e si regola in base alla temperatura ambientale esterna – ci spiegano dall'ufficio stampa di Eni – però, proprio grazie della campagna “Eni si toglie la cravatta” è stato possibile fare in modo che il sistema regoli la temperatura a un grado in più rispetto al solito».
Durante l'edizione del 2011, comunque, sono state risparmiati 430.000 kWh di energia elettrica, pari a una riduzione del 9,5% dei consumi elettrici per il condizionamento. Una quantità, spiega l'azienda, corrispondente ai consumi elettrici annui per uso domestico di 360 persone. Per quanto riguarda le emissioni di CO2, il risparmio equivale a circa 1350 viaggi andata e ritorno in aereo sulla tratta Milano-Roma o alle emissioni di un'auto nuova per compiere 40 volte il giro del mondo.
Il risparmio economico risultato dell'iniziativa “Eni si toglie la cravatta”, Camicie eleganti uomo inoltre, è stato investito in progetti di sostenibilità. «Incoraggiare i dipendenti a togliere la cravatta in ufficio è una metafora per affrontare un argomento decisamente concreto – scrive l'azienda in una nota ufficiale - Eni ha voluto rompere le righe del protocollo suggerendo la rinuncia a un accessorio di abbigliamento, per quanto simbolo di eleganza e italianità, per affrontare il tema dei consumi attribuibili all'uso smodato dei condizionatori d'aria durante i mesi estivi».