Efficienza energetica, sei mesi di proroga per la detrazione, ma l'aliquota scende al 50%
Approvato dal Consiglio dei ministri il “decreto sviluppo”, che conferma il bonus per gli interventi di riqualificazione energetica solo per sei mesi (fino al 30 giugno 2013) e abbassa l'aliquota dal 55 al 50%. Confindustria soddisfatta, critiche da Legambiente e dalle associazioni del settore
18 June, 2012
Prorogata la detrazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione energetica degli edifici, ma solo per sei mesi e, soprattutto, con un'aliquota ridotta al 50%, a fronte del 55% attuale. La misura è contenuta nel cosiddetto “Decreto sviluppo” contenente misure per il rilancio dell’edilizia e gli incentivi alle imprese, appena approvato dal Consiglio dei ministri dopo che erano stati sciolti gli ultimi nodi riguardanti la copertura finanziaria. A proposito degli interventi di riqualificazione energetica degli immobili, il provvedimento stabilisce appunto che «è consentita dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2013 la detrazione di imposta del 50%». Nel testo (vedi allegato) viene comunque precisato che fino al 31 dicembre 2012 resterà in vigore l'attuale detrazione del 55%.
La nuova aliquota coincide con quella per le ristrutturazioni “normali”, che non prevedono una riqualificazione energetica, attualmente incentivate con un bonus fiscale del 36%. Proprio questo punto è stato criticato da Legambiente, che non condivide la scelta del Governo di «mettere sullo stesso piano interventi innovativi e non, con uguali incentivi sia per quelli che producono risparmio e benessere che per quelli che sprecano energia e usano materiali vecchi, insicuri e inquinanti».
Il secondo punto sottolineato dall'associazione ambientalista è l'assenza di obiettivi nella riqualificazione urbana. Il decreto, infatti, introduce un Piano nazionale per la riqualificazione delle città, ma senza specificarne gli obiettivi in termini di efficientamento e sostenibilità ambientale. «È giusto proporre una regia nazionale per gli interventi e prevedere risorse per le aree più degradate – osserva il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - ma è assurdo che non vi sia alcun obiettivo di innovazione o di qualità e trasparenza, quando questi cantieri possono e devono far diventare protagonista l'edilizia a consumi zero e soluzioni architettoniche e urbane scelte attraverso concorsi in maniera trasparente».
Ben diverso il commento di Confindustria, che attraverso un comunicato del presidente Giorgio Squinzi ha manifestato apprezzamento per l'operato del Governo. «Riteniamo che il decreto approvato oggi in Consiglio dei ministri contenga provvedimenti utili per lo sviluppo - si legge nella nota – In particolare, apprezziamo le misure in materia di infrastrutture, di project bonds, di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici».
Un parere che difficilmente sarà condiviso dalle associazioni del settore, dal momento che già nei giorni scorsi alcune sigle (Uncsaal e Federlegno Arredo) avevano contestato con decisione l'ipotesi di tagliare l'aliquota al 50%. A non convincere gli addetti ai lavori è anche la mancata stabilizzazione del bonus efficienza, che anzi è stato confermato per un periodo di appena sei mesi.
Critiche, a questo proposito, sono giunte anche dai senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. «Tra i capitoli più negativi del decreto sviluppo c'è quello degli incentivi per l'edilizia: viene abbassato al 50%, e prorogato solo di sei mesi, il credito d'imposta del 55% per le ristrutturazioni energetiche degli edifici, una misura che in questi anni ha prodotto grandi vantaggi occupazionali e ambientali; contemporaneamente si innalza dal 36% al 50% lo sconto fiscale per le ristrutturazione edilizie generiche – scrivono in una nota congiunta - Il risultato di questa doppia manovra sarà desolante: invece di spingere l'innovazione e l'ammodernamento del nostro patrimonio abitativo, si sceglie la vecchia strada delle sovvenzioni a pioggia».
Sempre sul fronte della green economy, il decreto amplia i casi nei quali sarà possibile accedere ai finanziamenti previsti dal Fondo rotativo per Kyoto e introduce incentivi per l' assunzione a tempo indeterminato dei giovani nel settore dell'economia “verde”. Il provvedimento, infatti, apre il Fondo per Kyoto anche agli interventi di protezione del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico; ricerca e sviluppo e produzioni di biocarburanti di seconda e terza generazione; ricerca e sviluppo e produzioni e istallazione di tecnologie nel solare termico, solare a concentrazione, solare termo-dinamico, solare fotovoltaico, biomasse, biogas e geotermia; incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia nei settori civile e terziario (incluso social housing). Per poter accedere ai finanziamenti, però, le imprese dovranno obbligatoriamente creare «nuova occupazione giovanile a tempo indeterminato».