Antisismica: eppure ci avevate provato
Conversazioni di Paolo Hutter con Gianni Mattioli, ex sottosegretario ai Lavori Pubblici nel primo Governo Prodi
08 April, 2009
Di Paolo Hutter
L’edilizia crollata a L’Aquila e dintorni non era antisismica. Adesso lo dicono tutti. Ma ci avevamo anche provato, mi pare. Eri sottosegretario ai Lavori Pubblici nel primo Governo Prodi e della messa in sicurezza di territorio ed edifici vi eravate occupati. Ricordo l’invenzione delle detrazioni fiscali per chi mette a posto la casa..
In effetti quando si è insediato Prodi nel 96 diceva di considerare la manutenzione del territorio e degli edifici esistenti come prima necessità infrastrutturale del paese. La detrazione fiscale faceva parte di un quadro di riforme. Legge 183 per la difesa del suolo, e poi le iniziative di carattere urbano come i contratti di quartiere o i Prust ( Piani di sostenibilità urbana). La filosofia era quella di rendere sicure e fruibili le case, non di costruirne di nuove. All’epoca ricordo che si parlava di una cifra di quasi 5 milioni di alloggi sfitti, metti pure che molti erano affittati in nero, ma la metà erano davvero inutilizzati.
Abbiamo introdotto la detrazione fiscale per chi affittava a canone contrattato. E per i criteri antismici, cioè per rendere più sicuri i fabbricati costruiti prima dell’obbligatorietà delle norme antismiche dell’80, abbiamo inventato la detraibilità dal reddito del 55% delle spese sostenute per risanare gli edifici. Graduata in alcuni anni fiscali, comunque un vantaggio consistente.
E allora, a fronte del disastro dell’Aquila, posso chiedere: che cosa non ha funzionato?
Intanto non sappiamo ancora in che stato sarebbero oggi le case in territori sismici se non si fosse dato il via a quell’incentivo. In ogni caso concordo con te che le cose non hanno funzionato come volevamo. E’ venuto a mancare un aspetto fondamentale di quella manovra: il libretto di fabbricato.
Volevamo rendere obbligatorio questo libretto per evidenziare le caratteristiche dell’edificio e le sue manutenzioni. E facilitare così i controlli. Ma l’iniziativa è stata contrastata dalla proprietà edilizia e progressivamente ignorata dai successivi staff del Ministero dei Lavori Pubblici. Anche la gestione del 55% di detraibilità come strumento per rendere sicuri gli edifici è stata progressivamente abbandonata. La detrazione è scesa al 36% con il primo governo Berlusconi, poi il secondo Prodi l’ha rialzata al 55% e adesso, pochi mesi fa, è appena stata faticosamente salvata. Ma nel frattempo è caduta una nuova occasione di certificazione, la certificazione energetica degli edifici, che doveva essere obbligatoria da gennaio e che è stata appena abbandonata dal Governo Berlusconi. Questa certificazione energetica avrebbe potuto essere invece accompagnata dal libretto di fabbricato a fini antisismici
Ma a questo punto, di fronte a quel che è successo, e alla sensibilità del momento, non sarebbe il caso di prescrivere, di imporre la messa in sicurezza degli edifici pre 1980 e non solo di incentivarla?
Concordo. A questo punto ci sono le condizioni per rendere vincolanti questi interventi Occorrerebbe solo rendere appunto obbligatorio il libretto e poi ovviamente prevedere aiuti pubblici, e non solo incentivi fiscali, per i redditi medio-bassi che si troverebbero a dover sostenere la spesa della ristrutturazione della propria casa.
Personalmente sono contrario a partecipare a raccolte di fondi per i soccorsi. Ci dovrebbe pensare lo Stato, dovrebbe essere un diritto. Cosa ne pensi?
Non siamo miopi, non possiamo non apprezzare questo grande moto di solidarietà. Si riallaccia a grandi momenti della storia recente italiana, penso al volontariato soprattutto, dall’alluvione di Firenze all’Irpinia. Ma uno Stato come questo, che permette un livello pauroso di evasione fiscale, non può dire che non ci sono soldi.
Se mettiamo insieme le necessità di soccorso con le necessità di ricostruzione con la opportunità di mettere in sicurezza chi vive in zone a rischio – cioè milioni e milioni di italiani – forse siamo di fronte a quella grande iniziativa di politica economica orientata dalla domanda pubblica che si cercava come manovra antirecessiva…
Senza dubbio, soprattutto se a quello che hai detto aggiungi gli aspetti energetici. Visto che siamo sul tema edifici e case, tanto vale intervenire contemporaneamente per l’isolamento termico, per le fonti rinnovabili. Nella forma non invasiva di tegoline fotovoltaiche sono possibili questi interventi anche nei centri storici. E’ una necessità per rispettare gli impegni europei di riduzione dei consumi energetici, è una opportunità economica. E tornando alla ristrutturazione antisismica è anche una opportunità per la ricerca, perché se impariamo a mettere in sicurezza le chiese, per esempio, si tratta di tecniche e pratiche da esportare poi in tutto il mondo. Permettimi però di concludere con una osservazione sul mio cavallo di battaglia dell’imbroglio nucleare. Bisogna fare presente a Berlusconi che l’Euratom prescrive di non costruire centrali su territori che rischiano un terremoto del quinto grado nei prossimi 5-10 mila anni. Cioè su gran parte del territorio italiano.
Terremoto e edilizia: alcuni commenti
Contro le collette per l'Emergenza Terremoto - di Paolo Hutter - da Il Manifesto del 10.04.2009