Perché i costi dell'illuminazione pubblica sono così alti? Intervista all'esperto Diego Bonata
Abbiamo cercato di capire con l'esperto Diego Bonata quali siano i motivi dei costi elevati dell'illuminazione pubblica delle città italiane. Bonata è un'ingegnere aerospaziale, considerato uno dei massimi esperti italiani di inquinamento luminoso: "L'illuminazione pubblica è una spesa che non è soggetta ad un grande controllo; inoltre la luce è qualcosa che si vende politicamente molto bene, così come i falsi slogan "più luce = più sicurezza"
01 July, 2012
Perché sono così alte le spese per l'illuminazione pubblica?
Purtroppo so che è impopolare quello che sto per dire, ma la realtà è che l'illuminazione pubblica è sostanzialmente in balia di due situazioni: in primo luogo del fatto che è una spesa che non è soggetta ad un grande controllo - né alla capacità di controllo - da parte dei comuni e quindi continua a crescere anche senza esigenze specifiche della cittadinanza oppure per mero costo dell'energia, che è comunque molto influente. In secondo luogo perchè "la luce" si vende politicamente molto bene, così come i falsi slogan "più luce = più sicurezza". Un altro leitmotiv molto attuale ma altrettanto falso che con i LED si possono avere risparmi mirabolanti anche del 60%. Tornando alla questione sicurezza, l'affermazione corretta è piuttosto questa: "maggiore qualità ed uniformità della luce = più sicurezza". Come si può controllare la spesa per l'illuminazione pubblica quando si sprona la falsa esigenza di maggiore quantità di luce, a fronte di un'Italia che consuma pro capite il doppio per l'illuminazione pubblica rispetto alla Germania? La luce è un chiaro ed universalmente
riconosciuto parametro di quanto è avanzato un Paese. Dovremmo dedurre che noi siamo più avanzati della Germania e che abbiamo un pil doppio rispetto a loro?
Ma le lampade sono troppo vecchie e quindi ad alto consumo o troppo potenti anche se nuove?
Entrambe le risposte sono giuste. Almeno 1/3 degli impianti italiani è obsoleto: le lampade sono inefficienti, con una vita media superiore a 20 anni (a fronte di un fine vita massimo di 25 anni) e gli impianti più recenti sono invece pesantemente sovradimensionati, anche di tre-quattro volte, sia in termini di potenza che di punti luce rispetto a quanto prescrivono leggi e norme di settore, che pure ci sono. Risultato? A confronto con le zone sovrailluminate, la zone buie diventano per contrasto ancora più buie e malsicure. Quindi il danno è doppio, con l'evidente rischio di innescare la controproducente e pericolosa escalation "ancora più luce per maggior sicurezza". Molte delle nostre città ne sono un esempio: si è prediletto sovrailluminare fuori legge le nuove zone piuttosto che ridistribuire i livelli d'illuminazione.
Ma si potrebbe spegnere le luci dopo la mezzanotte? E quanto?
Nessuna legge o norma di settore vieta di spegnere l'illuminazione. Esistono già alcuni comuni italiani che lo fanno. In Francia ed in Gran Bretagna attuano lo spegnimento delle strade extraurbane, con il risultato che oltre ad aver risparmiato hanno ridotto gli incidenti di oltre il 30%! E questo succede perchè è fisiologico, dimostrato e insito nella psicologia umana che più luce c'è, più ci si sente sicuri, ma più si preme l'acceleratore, più si aumentano i rischi di incidenti e la gravità degli stessi. E' lo stesso motivo per cui gli interrogatori si fanno al buio puntando una intensa luce negli occhi dell'interrogato: si fanno cadere i freni inibitori.
Date queste premesse - per cui potremmo addirittura dire che "meno luce = più sicurezza" - per essere pratici è evidente che non sempre è possibile spegnere l'illuminazione sopratutto nelle città a volte per questioni di presidio, altre anche per questioni di effettiva sicurezza, ed infine per questioni tecniche. Ci sono centinaia di ambiti in cui si può procedere allo spegnimento: per esempio parcheggi, parchi, etc. chiusi di notte, ma comunque è sempre possibile ridurre la luce senza spegnerla adottando sistemi adeguati per farlo in modo estensivo con risparmi complessivi annuali che possono raggiungere il 30-35% (diffidiamo da chi promette molto di più).
C'è un riferimento per valutare i consumi italiani rispetto ad altri Paesi europei più risparmiosi?
Ci sono parecchi riferimenti riportati in diversi studi europei che mostrano che l'Italia è uno dei paesi meno virtuosi in materia di illuminazione. Uno già citato da Eco delle Città ci vede con una potenza installata per superficie urbanizzata più che doppia rispetto a quella tedesca, doppia rispetto a Francia e quasi quadrupla rispetto al Regno Unito. Questo non vuol dire che dalle altre parti non si illumini... ma si utilizzano sorgenti in parte più efficienti ma sopratutto di minore potenza. Non è un caso che contrariamente ai Paesi sopra citati in Italia la sorgente più impiegata per illuminare è il 150W mentre oltre il 50% delle strade potrebbe essere illuminato con sorgenti da 70W (nel rispetto di norme e leggi di settore)!
E le spese per la manutenzione? Perchè sono così alte?
Anche le spese di manutenzione sono spesso troppo alte, per diversi motivi fra cui quelli già citati: poca conoscenza e poco controllo da parte dei comuni. Vediamo contratti ventennali che per l'applicazione di parametri ISTAT o similari oggi hanno raggiunto le stelle, contratti stipulati in assegnazione diretta senza gara pubblica(al di fuori di qualsiasi norma e direttiva europea), contratti con evidenti monopolisti, etc... La confusione nel mercato dell'illuminazione è piuttosto evidente.
Il lavoro di cambiare una lampadina standard ad alta efficienza che dura almeno 4 anni comprensivo di lampadina non supera i 40 € per chi fa quest'operazione (calcolati su una singola lampada e non su 2-3-4000 alla volta). Se si usano sorgenti a lunga durata sempre al sodio ad alta pressione si arriva a 8 anni di vita ed un costo complessivo di 70 € massimo (per 8 anni, non
all'anno). Aggiungiamo i rischi d'impresa, i margini, i servizi accessori, etc.. etc... ma quanto può costare la manutenzione a punto luce all'anno? 30 - 40 € massimo? Forse .... ma a mio avviso sono già tanti!
Le stanno abbassando parecchio, per esempio a Torino ...
In realtà non vedo grandi esempi di riduzioni e non vendo grandi disponibilità a ridiscutere tali contratti ultradecennali (il motivo mi sembra evidente), l'esempio di Torino sicuramente è interessante e da approfondire, ma personalmente non conoscendone i dettagli non posso esprimermi su questo singolo caso.
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