Il decalogo italiano per l’efficienza e il risparmio energetico. A Milano si è svolta la seconda Assemblea per gli Stati Generali della Green Economy
Unica tappa milanese degli otto incontri nazionali verso gli Stati Generali della Green Economy che imprese del settore e Ministero dell’Ambiente presenteranno al Governo il 7 e 8 novembre a Rimini. Gli esperti energetici e le associazioni aziendali hanno fatto il punto su efficienza e risparmio energetico in Italia, con gruppi di lavoro su edilizia, industria, finanza e normativa
13 July, 2012
Dopo l’Assemblea su “Sviluppo di una mobilità sostenibile”, tenutasi il 3 luglio a Roma, giovedì 12 luglio si è svolto a Milano presso la Camera di Commercio in Palazzo Turati, il secondo degli otto Gruppi di lavoro che, tra luglio e settembre, condurranno alla esposizione di Rimini degli Stati Generali Italiani sulla Green Economy, l’evento nazionale organizzato dal Ministero dell’Ambiente e dal Comitato delle 39 Associazioni di Aziende Green, che vuole promuovere un orientamento unitario e sostenibile dell’economia italiana, per uscire dalla crisi e aprire nuove possibilità di sviluppo durevole.
Sono otto i settori considerati strategici per lo sviluppo della Green Economy in Italia: 1) Sviluppo dell’ecoinnovazione, 2) Sviluppo dell’ecoefficienza, della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti, 3) Sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico, 4) Sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, 5) Sviluppo dei servizi ambientali, 6) Sviluppo di una mobilità sostenibile, 7) Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica, 8) Sviluppo di una finanza e di un credito sostenibile per la Green Economy.
La premessa su “Efficienza e Risparmio Energetico” dello scienziato Gianni Silvestrini, coordinatore del Gruppo e Direttore del Kyoto Club, nato nel 1999 e formato da imprese, associazioni ed enti impegnati nella riduzione delle emissioni di gas-serra del Protocollo di Kyoto, sono i 64 miliardi l’anno che l’Italia paga per le importazioni energetiche. Ridurli del 20% con l’efficienza energetica, consentirebbe un risparmio (12,8 miliardi) pari agli incentivi delle rinnovabili elettriche, con grandi benefici per il Paese e l’ambiente.
“L’Italia partiva da un’intensità energetica (il dispendio collegato alla produzione economia) più bassa di altri Paesi, ma nell’ultimo ventennio poco ha fatto rispetto ad altre nazioni europee che hanno ridotto notevolmente i loro consumi”. “In Italia - conclude Silvestrini - le politiche di incentivazione hanno dato anche risultati interessanti, ma sono state prive di coordinamento e senza un orizzonte di lungo periodo. Diversi i Piani per l’efficienza energetica formulati, ma sempre poco ambiziosi. E’ finora mancata una strategia complessiva su questo fronte”.
Il decalogo del Gruppo di Lavoro su Efficienza e Risparmio energetico (vedi allegato) parte dal presupposto che gli investimenti nel campo dell’efficienza in Italia coinvolgono migliaia di imprese nazionali. Il primo impegno è quello di ottenere un raccordo organizzativo tra tutte le associazioni delle rinnovabili e un dialogo diretto con il Governo. I settori chiave sono la nuova edilizia ad alte prestazioni energetiche, le riqualificazioni edilizie e lo sviluppo delle smart grids (le reti di informazione che affiancano quelle di distribuzione elettrica per gestirle in maniera "intelligente" evitando sprechi, sovraccarichi e cadute di tensione elettrica).
Fulcro del dibattito è anche la nuova Direttiva europea sull’efficienza energetica, che chiede di ridurre i consumi del 20% entro il 2020. L’Assemblea chiederà al Governo più certezze in materia, come il ripristino delle detrazioni fiscali del 55% per le riqualificazioni energetiche. Altri punti fondamentali sono la necessità di seri controlli riguardo la certificazione energetica degli edifici, al fine di trasformare davvero il mercato in modo virtuoso, come è avvenuto per gli elettrodomestici nell’ultimo decennio, e un miglioramento dell’efficienza degli usi elettrici soprattutto al fine di ridurre la necessità di costruire nuove centrali. Su questo fronte gli Stati Generali ribadiscono come in Europa, con interventi seri sull’illuminazione, si potrebbero risparmiare 28 miliardi di euro all’anno (una battaglia che Eco dalle Città sta conducendo in Italia con le Pubbliche Amministrazioni).
Insomma, la storia insegna che in Europa si sono convocati degli Stati Generali quando su un paese incombevano rischi imminenti. Ma si sa anche che “a grandi rischi corrispondono grandi opportunità”.
Prossimo appuntamento degli Stati Generali della Green Economy è il 20 luglio a Roma, con l’Assemblea su “Sviluppo dell’ecoefficienza, della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti”.