Biossido di azoto: che cosa succede nelle Regioni più inquinate d'Italia?
La Commissione Europea ha recentemente rifiutato all'Italia diverse richieste di proroga per l'adeguamento ai limiti fissati dall'UE per il biossido d'azoto, gas nocivo e altamente inquinante. Siamo andati a vedere che cosa succede nelle città delle quattro Regioni più inquinate d’Italia, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
16 July, 2012
Ci siamo occupati più volte di AIR, l’iniziativa intrapresa da dodici regioni europee per chiedere all’UE una revisione delle direttive sulla qualità dell’aria e soprattutto che, in sede di discussione, venissero tenute in conto dalla Commissione le particolari difficoltà affrontate da queste regioni, che sono – non a caso – fra le più industrializzate e trafficate del continente. Di queste, quattro sono italiane: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Se i continui sforamenti del Pm10 nelle città del Nord sono cosa nota, c’è però un altro inquinante - non meno pericoloso, anzi! – di cui si sente parlare poco, almeno al di fuori degli ambienti tecnici. E’ il biossido d’azoto (NO2), un gas tossico di colore bruno-rossiccio, caratterizzato da un odore pungente e da un forte potere irritante. Le principali fonti di biossido di azoto nelle città sono le combustioni ad alta temperatura: il traffico autoveicolare, il riscaldamento, le centrali di produzione di energia e molti processi industriali. Come per il Pm10, le soglie limite da non superare sono dettate dalle direttive europee recepite dall’Italia nel 2008. Il biossido d’azoto non deve superare la media annuale di 40 mcg/m3 e i 18 sforamenti l’anno, dove per sforamento intendiamo una media oraria superiore ai 200 mcg/m3. L’Italia ha ricevuto da poco la risposta della Commissione sulle richieste di proroga al 2015 per l’adeguamento entro i limiti, e su 48 richieste ne sono state bocciate la metà. Dopo aver tanto parlato di Pm10 vediamo nel dettaglio qual è il profilo delle quattro regioni firmatarie sul fronte No2.
Emilia Romagna
I livelli del biossido d’azoto sono stati in lieve miglioramento in Emilia Romagna negli ultimi dieci anni. Il numero degli sforamenti non risulta da tempo oltrepassato in nessuna provincia e anche i valori massimi sembrano essere in costante calo. Inoltre, la media annua - calcolata su tutte le stazioni della rete - registra una lieve ma costante discesa, con valori che dal 2007 sono rimasti entro il limite dei 40 mcg/m3 di media annuale previsto dalle direttive europee. Ciò non significa che la soglia sia stata rispettata in ogni città e in tutte le stazioni di rilevamento: ancora nel 2010 il 20% delle centraline in tutta la Regione risultava oltre i limiti. Per quanto riguarda l’adeguamento ai limiti europei, l’Emilia Romagna aveva fatto richiesta di proroga per nove zone (agglomerati): Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Casalgrande-Rubiera, Modena, Fiorano Modenese, Bologna, Ferrara e Rimini. Sei di queste sono state accolte (La Commissione Europea ha ritenuto che saranno in grado di adeguarsi alle soglie limite entro il 2015). Richiesta negata invece per Modena, Bologna e Casalgrande-Rubiera.
La media annuale delle città (dati 2010, mcg/m3))
Piacenza: 41,25
Parma: 21,6
Reggio Emilia: 25,6
Modena: 50,28
Bologna: 30,11 (ma 5 centraline su 9 sforano la soglia, con valori compresi tra i 45 e 64 mcg/m3 di media annuale, e questo spiega perché l’agglomerato di Bologna risulti fra le zone a cui la proroga Ue è stata rifiutata)
Ferrara: 31,4
Ravenna: 31,5
Forlì-Cesena: 39
Rimini: 44
Lombardia
Alla Regione Lombardia sono state accordate due proroghe su tre: va detto però che quella negata è in realtà la più importante, e cioè quella degli Agglomerati urbani, che comprende la zona di Milano, la Brianza, Bergamo, Brescia e i comuni più grandi. Vediamo che cosa succede nelle province, città per città. I dati sono del 2010.
La media annuale nelle città (mcg/m3)
Bergamo: 38,3 (Su tre stazioni di rilevamento una, la stazione Garibaldi ha una media annua di 59 mcg/m3)
Brescia: 54 (Sforano tre stazioni su tre; la peggiore è Turati, 67 mcg/m3).
Como: 55
Cremona: 33,5
Lecco: 54
Lodi: 34,3
Milano: 58,25 (A Milano sforano tutte le centraline. La peggiore è Marche con 73 mcg/m3)
Monza: 41
Mantova: 31
Pavia: 43
Sondrio: 30,5
Varese: 34
Piemonte
Nel 2010 le stazioni di rilevamento che hanno registrato una media annuale di NO2 superiore ai 40 mcg/m3 sono state 14: una a Novara (58), una a Novi Ligure (53), una ad Asti (49), una ad Alessandria (47), una a Settimo Torinese (46), una a Biella (45), una a Grugliasco (45), una a Vercelli (44), una a Tortona (42) e cinque a Torino (Consolata 65, Rivoli 69, Rubino 44, Lingotto 42 e Rebaudengo 74), Le altre 38 sono rientrate nei limiti, ma va detto che nel conteggio sono rientrate soltanto le centraline che potevano garantire una quantità di dati sufficientemente completa. Alla Commissione Europea il Piemonte aveva chiesto sei proroghe. Ne sono state accordate quattro (Vercelli, Asti, Alessandria e Biella) ma per Torino e Novara è arrivata invece la bocciatura.
La media annuale nelle città (mcg/m3)
Torino: 58,8
Vercelli: 35
Novara: 58
Asti: 42
Alessandria: 41
Biella: 22,5
Cuneo: 28,4
Veneto
Analizzando i dati della media annuale di NO2 registrato dall’Arpa Veneto presso le stazioni attive nel 2010 (se ne contano 59, considerando tutte quelle che forniscono una percentuale di dati validi sufficiente per un confronto) si nota che gli sforamenti sono localizzati per lo più nelle stazioni di Traffico dei capoluoghi di provincia situati nella parte centrale della regione (Venezia, Padova, Vicenza e Verona).
La media annuale nelle città (mcg/m3)
Padova: 27
Verona: 33
Rovigo: 22
Belluno: 26
Treviso: 40
Vicenza: 35,5
Venezia: 32
Leggi anche:
Smog, Biossido d’azoto: Italia bocciata a metà dalla Commissione Europea
Clean Air in London: “Il biossido d'azoto a Londra è peggio che a Pechino. Perché nessuno ne parla?”