Impressioni sull'aumento dei condizionatori nelle case romane ( e ospedali)
In assenza di statistiche vere e proprie su quanti romani abbiano il condizionatore in casa, un collaboratore di Eco dalle Città prova a raccogliere indizi. La tendenza è comunque all'aumento. Troppo freddo all'interno dell'ospedale San Camillo Forlanini
29 July, 2012
di Severino Antonelli
Basta una grande massa di aria calda in movimento sul Mediterraneo, la fantasia dei meteorologi e i media che hanno bisogno di nomi evocativi per rendere un argomento ripetitivo come può essere il caldo estivo più appetibile e, sorprendentemente, anche una delle avventure chiave dell’Odissea può prendere una piega inaspettata.
Infatti, a discapito di ogni attestazione letteraria, quest’anno in Italia sarà Ulisse a far dileguare dalle coste italiane Circe. La perturbazione che aveva portato nell’ultima settimana un po’ di pioggia e refrigerio sul paese, unico nome femminile tra i vari scelti per identificare le diverse perturbazioni calde o non che hanno fatto boccheggiare la zona mediterranea per tutto Luglio, lascerà spazio al quarto anticiclone – questa volta di provenienza nordafricana – dopo Scipione, Caronte e Minosse.
Secondo il sito ilmeteo.it Roma ritornerà a toccare la soglia dei 36°C, e tra coloro che rimarranno in città fino alla fine dell’estate qualcuno che fino a questo momento si era rifiutato di cedere alla tentazione dell’acquisto impulsivo di un condizionatore non reggerà una quarta volta, in particolare prendendo in considerazione i dati che stiamo assumendo un po’ alla volta attraverso un piccolo sondaggio telefonico effettuato nelle ultime settimane. Oltre a confermare dati statistici di ben altra misura, in particolare sul forte incremento di vendite di apparecchi negli ultimi tre o quattro anni, rivela un dato che in parte falsa la stessa ricerca: tra coloro che rispondono al telefono la maggior parte hanno un condizionatore perché anziani, ma soprattutto rispondono al telefono perché anziani. Per spiegarsi meglio: il dato è falsato e confermato allo stesso tempo perché coloro che rimangono nelle loro abitazioni durante l’estate – e quindi coloro che rispondono al nostro sondaggio – sono per la maggior parte persone anziane che per motivi di salute, personali o economici non possono permettersi di andare in vacanza, e che per questo motivo sono più portate a investire in un condizionatore rispetto a chi, più giovane e più adattabile, può permettersi di andarsene dalla città. Per questo mese, alla fine, si potrà dire che gli unici ad aver goduto di questo clima tropicale saranno i bagnanti del litorale romano: secondo i dati del meteorologo Gian Carlo Ruggeri per il mensile di vela “Bolina”, l’aumento della temperatura superficiale dell’acqua marina del “medio – basso Tirreno” è variato da più 3°C a più 6°C rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un aumento tra i più alti di tutte le acque che circondano la penisola. Un segnale positivo per i bagnanti laziali, non certo per la salute dell’ecosistema marino.
Ma oltre ai bagnanti e a chi rimane in città, c’è anche un’altra categoria, ovvero coloro che per motivi di salute sono costretti a passare queste giornate d’afa in ospedale, e che anche in questo caso sono per la maggior parte persone non più giovani.
In questa situazione il problema dello spreco energetico dovuto al condizionamento dell’aria sembra essere, almeno, più comprensibile: se il Comune stesso ha istituito un numero verde di emergenza (800 147 741), il ProntoNonno, messo a punto dal comune per cercare di prevenire malori dovuti al caldo nelle persone più anziane, che proprio in questo periodo, o perché ricoverati precedentemente o perché proprio l’estate è il momento in cui si registrano maggiori emergenze dovute in particolare a problemi di pressione passano le loro giornate nei padiglioni degli ambulatori ad aspettare referti medici o la visita di qualche parente più abbronzato, si penserà che l’aria condizionata, oltre ad essere d’obbligo, sarà anche gestita in maniera razionale dalle strutture ospedaliere, anche cercando di contenere le spese.
Niente dubbi sulla prima asserzione: ma davvero gli ospedali utilizzano i sistemi di condizionamento – e, di conseguenza, soldi pubblici – in maniera inappuntabile?
Se si gira un po’ per le corsie del reparto di Neurologia dell’Ospedale San Camillo-Forlanini, sulla Gianicolense, la situazione sembra proprio quella augurata. Un reparto all’avanguardia, con una temperatura forse un po’ troppo fredda nei corridoi ma perfetta all’interno delle diverse camere dei degenti.
Ma proprio questa sottile ma sostanziale differenza di temperatura è il risultato di una situazione di spreco senza motivo: la temperatura del condizionamento nelle camere è uguale a quella dei corridoi, solo perchè i ricoverati nelle varie stanze sono costretti ad aprire le finestre per fare entrare un po’di caldo per stemperare le lame d’aria gelida che scendono dal soffitto. Una situazione paradossale, pensando in particolare che molte di quelle persone sono state costrette ad essere lì ricoverate proprio per il caldo, e, fattore non meno importante, che la situazione economica della sanità laziale non può sicuramente permettersi questi sprechi inutili e facilmente eliminabili con un po’ di accortezza.