Londra 2012, intervista a Meredith Alexander, ex membro della commissione per la sostenibilità dei giochi
Meredith Alexander, attivista politica e attuale campaign director di Avaaz, nel gennaio scorso rassegnò le dimissioni dalla Commissione per la sostenibilità di London 2012, dopo che lo sponsor olimpico Dow Chemical, responsabile del disastro ambientale di Bhopal, venne ritenuto dalla stessa commissione un’ “azienda responsabile”. Con questa vicenda sempre sullo sfondo, abbiamo parlato dell’eco-sostenibilità di quelle che erano state annunciate come le Olimpiadi più verdi della storia
09 August, 2012
Quelle in corso a Londra sono veramente le olimpiadi più “green” nella storia dei giochi? La domanda è d’obbligo, dopo le ripetute promesse fatte degli organizzatori, e ribadite più volte dal sindaco Boris Jhonson, che già nel 2005, quando la capitale britannica ottenne dal CIO l’assegnazione della trentesima edizione dei giochi olimpici, annunciavano che “London 2012” sarebbe stato l’evento sportivo più ecosostenibile di sempre. Ne abbiamo parlato con Meredith Alexander, attivista politica, attuale campaign director di Avaaz, ma soprattutto membro della Commissione per la sostenibilità di Londra 2012 fino allo scorso gennaio, quando rassegnò le dimissioni per una questione legata allo sponsor olimpico Dow Chemical. La Dow Chemical Company è un colosso chimico statunitense proprietario dal 2001 della Union Carbide Corporation, l’azienda responsabile del terribile incidente alla centrale pesticida di Bhopal, in India, in cui nel 1984 morirono 25 mila persone e ne rimasero gravemente intossicate più di mezzo milione. Dopo che nel 2010 il Comitato Olimpico Internazionale aveva nominato la Dow come sponsor internazionale per i Giochi, ma soprattutto in seguito alla gara d’appalto vinta proprio da Dow per la costruzione della copertura del nuovo stadio olimpico, numerosi gruppi ambientalisti hanno iniziato a protestare, costringendo la commissione di cui Meredith Alexander faceva parte ad indagare. “Fui scioccata nel vedere che il risultato della nostra indagine fu una dichiarazione pubblica da parte della Commissione che la Dow Chemical Company fosse essenzialmente una società responsabile”. Meredith Alexander decise a quel punto di rassegnare le dimissioni. La nostra intervista parte proprio da questa vicenda.
Qual è stata la reazione dell’opinione pubblica? E quanti londinesi secondo lei sono a conoscenza della vicenda Bhopal?
Dalle persone ho ricevuto un supporto travolgente per la decisione di dimettermi dal mio posto a causa del contratto tra Dow Chemical, la compagnia responsabile della tragedia di Bhopal, e gli organizzatori dei giochi di Londra. I londinesi vedono il coinvolgimento della Dow come una “macchia tossica” nella coscienza di tutti noi. Questa visione delle cose è stata espressa in maniera chiara dal recente voto della London Assembly che ha condannato il contratto con la Dow.
La commissione per la sostenibilità di Londra 2012 è stata creata con l’obiettivo di mantenere la promessa che i giochi di Londra sarebbero stati i più verdi di sempre. Lasciando da parte la questione degli sponsor, si può dire che la promessa sia stata mantenuta?
Penso sia impossibile mettere da parte la questione degli sponsor nella valutazione di quanto verdi siano questi giochi olimpici. Dow, BP, Rio Tinto e altre compagnie sono state abili nell’usare la sponsorship olimpica per distrarre il mondo dai loro scioccanti parametri ambientali. La Dow attualmente è responsabile del fallimento nella bonifica del territori di Bhopal, uno dei dieci luoghi più tossici al mondo. La BP dopo aver causato l’enorme perdita di petrolio nel golfo del Messico, adesso sta investendo nel catrame del Canada, la forma di petrolio più inquinante del pianeta. E le medaglie degli atleti della Rio Tinto sono legate a gravi problemi di inquinamento relativi alla Mongolia allo Utah, dove sono state prodotte.
Su altri fronti tuttavia gli organizzatori dei Giochi di Londra hanno fatto un buon lavoro per migliorare gli standard ambientali delle Olimpiadi, ma il loro totale fallimento nell’affrontare il problema degli sponsor ridimensiona notevolmente questo buon lavoro.
Lei ha scritto che è rimasta particolarmente impressionata da alcuni successi in materia di riduzione delle emissioni di carbonio e dei rifiuti del Parco Olimpico. Può farci qualche esempio concreto?
Il lavoro fatto per eliminare quasi completamente l'uso del PVC durante i giochi, la riduzione delle emissioni di CO2 nei progetti di costruzione e l'uso di condizionatori a basso impatto ambientale durante le gare e gli eventi: mi sembrano tutti risultati molto positivi.
Pensa che il Sindaco abbia fatto abbastanza per ridurre l’inquinamento atmosferico della città? L’allarme ozono è stato preso seriamente dalla popolazione?
È un aspetto che conosco poco, ma sembra che l’inquinamento atmosferico continui ad essere molto elevato a Londra in relazione al resto d’Europa. Non è una questione legata ai giochi ma un problema costante che danneggia la salute delle persone ogni giorno dell’anno.
Come se la cavano i Londinesi con I giochi olimpici?
La mia sensazione è che la maggior parte dei cittadini di Londra sia eccitata all'idea di ospitare le Olimpiadi, ma delusa dalla loro commercializzazione e rattristata dalla presenza di sponsor inappropriati come la Dow.