Da Torino a Venezia, seguendo il VENTO: 679 km di ciclovia. E qualcosa di più
“VENTO – In bicicletta da Venezia a Torino”: il Politecnico di Milano presenterà martedì 4 settembre alle ore 17.00, presso il Cecchi Point di Torino il progetto di quella che potrebbe diventare una delle piste ciclabili più lunghe d'Europa: 679 km. Il costo? Quello di un km e mezzo di autostrada.
28 August, 2012
Martedì 4 settembre alle ore 17.00, presso il Cecchi Point di via A. Cecchi 17, a Torino, verrà presentato lo studio del Politecnico di Milano intitolato “VENTO – In bicicletta da Venezia a Torino”, il progetto per la realizzazione di una pista ciclabile tra le più lunghe d'Europa.
"Andare in bicicletta non è uno sfizio di qualcuno o un capriccio di categoria - si legge nella presentazione del progetto - ma è uno dei modi per muoversi, viaggiare, andare a lavorare e a studiare. Le ciclovie non sono accessori di una società agiata o di una cultura che non ci appartiene, ma sono infrastrutture come le altre idonee per tutte le culture. VENTO non è un progetto locale, ma un progetto del Paese: sono 679 km di ciclabile, ma sono anche 679 km di green economy, di green jobs e potenziale crescita dell'economia. I 40.000 km di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all'anno, stabilmente. Centinaia di migliaia potrebbero essere i nuovi flussi di turisti lungo VENTO, che diverrebbero il motore per tante economie diffuse e per far ripartire la crescita... Vere green economy: aziende agricole (14.000 sono quelle attraversate dal progetto), attività ricettive (300 per ora), attività commerciali (2.000) e tanti cittadini (oltre 1,5 milioni).
In parte VENTO già esiste, in parte bastano un paio di accordi politici e tecnici per utilizzare gli argini e in piccola parte deve essere realizzata e messa in sicurezza. Il tutto si potrebbe fare in tre anni: nel 2015 potremmo aprire EXPO e insieme VENTO, la più lunga ciclabile del sud Europa.
Occorrono solo poco più di 80 milioni di euro (lo 0.01% della spesa pubblica annuale; il costo di 1-2 km di autostrada), ma soprattutto l'impegno dello Stato, di 4 regioni, di 12 province, degli enti fluviali, di tutti i comuni, coordinati da un soggetto unico. Il giro di affari annuo è stimato in due volte l'investimento iniziale. Per sempre. Ma VENTO non si ferma qui e potrebbe crescere collegandosi con altre ciclabili (quella del Brennero-Peschiera-Mantova, la Torino-Nizza, Mantova-Ferrara-Adriatico, etc.) e raddoppiando sulla sponda opposta del Po. Sono infinite le potenzialità. Ancora più infinite se si pensa che VENTO è collegato al Treno e alla navigazione fluviale.
VENTO è paesaggio, sviluppo, beni culturali, ambiente, agricoltura, fiume, natura, città, piccoli comuni, cibo, tipicità, sole, vento, salute, lavoro, futuro.
Non sono forse queste le grandi opere di cui un paese ha bisogno?".
Per Antonio Della Venezia (FIAB), però manca un referente nazionale: "Il finanziamento delle piste ciclabili spetterebbe al ministero delle Infrastrutture ma in Italia non è mai avvenuto, quindi slitta all’Ambiente che non ha fondi".
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