Marocco e i taxi collettivi. Eco-lettera di Gabriele Saluci dal suo viaggio "Turin-Sahara"
Pubblichiamo un contributo del videomaker Gabriele Saluci impegnato nel viaggio in bicicletta "Turin-Sahara": «Se da noi si prendesse anche solo in considerazione l’idea di condividere una corsa in taxi, cercandola di adattare alle nostre città, sicuramente ci guadagneremmo in salute e in denaro»
29 August, 2012
Gabriele Saluci
Il Marocco è una terra in piena espansione. In termini strettamente evoluzionistici si pensa che noi italiani siamo sia culturalmente che tecnologicamente più avanti. E’ vero che i marocchini sono ancora molto indietro nello smaltimento dei rifiuti e il riciclaggio è praticamente inesistente ma è anche vero che hanno trovato una soluzione a un problema che a noi occidentali non ci permette di dormire sereni: l’eccessivo numero di auto in città.
Ridurre l’uso dell’automobile privata è l’obiettivo al quale mira la maggior parte dei comuni negli ultimi tempi. Come biasimare tale ambizione?
Dato che immaginare una città senza auto è per ora un’utopia, immaginarne una senza troppe auto è già più fattibile e da qualche tempo la coscienza dei cittadini li porta a impegnarsi un po’ di più: si divide l’auto col car sharing, si utilizzano di più i mezzi pubblici e si utilizza perfino di più la bicicletta. A Torino il servizio di bike sharing coinvolge più di 20.000 utenti l’anno e i punti dove prendere in prestito una bici sono quasi un centinaio; i ciclisti urbani non sono più un’eccezione.
E i taxi?
Dato il costo di una corsa in taxi, si direbbe che l’uso tende a essere quanto più limitato possibile ma c’è da dire che la maggior parte dei taxi occupati che si vedono in giro non trasportano più di una persona. Esiste un modo per sfruttare ancora di più una corsa e l’hanno inventato i marocchini.
Mi sono accorto di questa eccezionale “invenzione” quando il taxi sul quale viaggiavo si è fermato per far salire una signora in burqa.
Ero seduto in un petit taxi e non lo sapevo nemmeno.
In Marocco esistono i petit e grand taxi: i taxi piccoli e quelli grandi. Sono dei normalissimi taxi solo che anche quando sono occupati da un passeggero, possono fermarsi per far salire altra gente per condividere la corsa. I petit taxi, piccole vetture utilitarie possono trasportare un massimo di tre persone; i grand taxi invece, per una assurda normativa, fino a sei; il sedile di davanti lo dividono in due.
In Marocco questi taxi affollano ogni centimetro di pavimentazione stradale e creano a volte una confusione incredibile. Le vetture sono degli anni settanta (molte sono mercedes “barraotto”) e dai loro scarichi a ogni accelerata esce una fumata grigia mostruosa.
Le città Marocchine per di più non offrono altri mezzi di trasporto e nelle città questa è l’unica soluzione; ci si ritrova spesso in una confusione micidiale. Se da noi si prendesse anche solo in considerazione l’idea di condividere una corsa in taxi, cercandola di adattare alle nostre città, sicuramente ci guadagneremmo in salute e in denaro.