Limitare la velocità contro l’ozono? Dibattito aperto. E i nostri vicini cosa fanno?
Ridurre i limiti di velocità serve per abbassare le concentrazioni di ozono nella troposfera? In Italia le leggi non prevedono provvedimenti specifici da adottare in caso di superamento delle soglie – al di là dell’obbligo di comunicazione da parte delle autorità – mentre in Francia e Svizzera queste misure sono già sperimentate. Sull’efficacia il dibattito è ancora aperto
29 August, 2012
Abbassare i limiti di velocità per contrastare l’ozono serve? Ha fatto discutere la notizia di qualche giorno fa: davanti ai continui superamenti dei valori limite dell’ozono – dovuti principalmente alle alte temperature – in Costa Azzurra è stato disposto un abbassamento della velocità di 30 km/h, per due giornate consecutive, dalle sei del mattino alle nove di sera.
Non è una novità a dire il vero... Il regolamento in vigore nella regione, (Provence-Alpes-Côtes d’Azur) prevede che questa misura possa essere applicata ogni volta che viene superato il livello dei 240mcg/m3/h per tre ore consecutive. (Livello d’allerta numero 1). Non si tratta però di un obbligo stringente e la decisione spetta in ultima istanza alle autorità locali, così come l’eventualità di programmare targhe alterne, una possibilità che può essere messa in atto quando i valori registrati superano i 360/mcg/m3/h. (Livello 3)
Se i provvedimenti che riguardano il traffico non scattano automaticamente, l’interdizione delle lavorazioni industriali che più contribuiscono a rilasciare composti organici volatili in atmosfera è invece immediatamente applicativa, già dal livello 1. Per esempio, divieto assoluto di verniciare all’aperto, usare solventi in grande quantità, ed effettuare lavori di ritocco alla carrozzeria delle auto.
Restando sempre tra “vicini di casa” analoghe riduzioni sono state sperimentate anche in Svizzera, e per la prima volta nell’estate 2003, durante l’ondata di calore che colpì tutta Europa. Studi successivi, a cura del Paul Scherrer Institute (PSI), il più importante centro di ricerca del Paese, misero in dubbio l’efficacia del provvedimento, sostenendo che l’abbassamento del limite di velocità avrebbe ridotto la presenza di O3 nella troposfera di appena un 1%. (Influence of Reducing the Highway Speed Limit to 80 km/h on Ozone in Switzerland, maggio 2004)
C’è però un elemento da tenere in considerazione: l’aria non ha confini, come ammisero anche i curatori della ricerca, ed è evidente che in un cantone come il Ticino non possano non giocare un ruolo determinante anche i provvedimenti intrapresi (e soprattutto non intrapresi) dalle regioni del Nord Italia.
L’opportunità di imporre una riduzione dei limiti di velocità per abbassare i livelli di ozono non è mai stata presa in considerazione seriamente in Italia, almeno fino ad ora. Più in generale, al di là dei soliti consigli ad anziani e bambini (non uscire nelle ore più calde e limitare l’attività fisica all’aperto) e l’invito ad usufruire di mezzi pubblici o poco inquinanti, non si può certo dire che l’ozono abbia ottenuto un posto di riguardo fra gli inquinanti da tenere sotto controllo, nonostante le ripetute dichiarazioni dell’OMS in merito alla sua pericolosità per la salute. Restiamo dunque n attesa della risposta all’interrogazione scritta promossa dalla delegazione dei Radicali alla Camera, per capire se il governo sia intenzionato ad introdurre qualche novità.
Ma gli italiani cosa ne pensano? La percezione della pericolosità dell’ozono non appare tanto diffusa come nel caso del Pm10, ma in rete il dibattito c’è, e nei forum di discussione l’opinione è spaccata in due. Su Il Fatto Quotidiano.it per esempio, c’è chi sostiene che abbassare i limiti sarebbe comunque un segno di civiltà, al di là della quantificazione dell’efficacia, perché le responsabilità del traffico veicolare sull’inquinamento sono comunque accertate, e chi si scaglia contro, per vari motivi; o sostenendo che i limiti siano già troppo bassi in molte zone, o che la principale causa dell’inquinamento sia il continuo accelerare e frenare tipico della guida in città più che la velocità del veicolo, o ancora che non sia mai stata verificata la consequenzialità fra riduzione della velocità e riduzione dell’ozono. Una strada che comunque non è mai stata tentata davvero.