Tragitto scuola-casa: ma ci vuole per forza un motore per fare 700 metri? Inchiesta di Euromobility
Come si fa a convincere un liceale che se scende dallo scooter e usa la bicicletta per andare a scuola ci mette lo stesso tempo, ci guadagna in salute, e gli restano più soldi per tutto il resto? Ci prova Euromobility - assieme a FIAB, Legambiente e #salvaciclisti - arruolando giovani mobility manager in nove istituti di altrettante città italiane
30 August, 2012
Come si fa a convincere un liceale che se scende dallo scooter e usa la bicicletta per andare a scuola ci mette lo stesso tempo, ci guadagna in salute, e gli restano più soldi per tutto il resto? Se lo sta chiedendo Euromobility, l’associazione che riunisce i responsabili della mobilità a livello italiano e internazionali, gli ancora semisconosciuti “mobility manager” introdotti dal Decreto Interministeriale 27/3/98 sulle aree urbane.
Euromobility nasce per cercare di migliorare il sistema degli spostamenti in città, coordinando e informando lavoratori e studenti sulle alternative disponibili, e per fare questo è necesasrio partire da una riflessione: perché si sceglie un mezzo piuttosto che un altro? Le risposte più banali di solito sono anche quelle sbagliate. “Prendo l’auto perché faccio prima” risponde di solito la maggior parte dei lavoratori. Forse nel deserto. Ma davvero un SUV grosso come un cammello è il mezzo più agile tra i semafori e gli ingorghi delle metropoli all’ora di punta?
“I mezzi non ci sono, sono scomodi, sono lenti”. A volte è vero. Altre l’abbiamo solo sentito dire, ma ad essere sinceri non sappiamo nemmeno dove porti l’autobus che ci passa sotto casa. I pregiudizi sono tanti e gli errori di valutazione anche. E non solo fra gli adulti, ormai aggrappati come un koala alla propria routine quotidiana. Spesso sono proprio i giovani a non guardarsi intorno a caccia di alternative migliori.
Per questo Euromobility, assieme a FIAB, Legambiente e #salvaciclisti aiuterà gli studenti di nove istituti sparsi in altrettante città italiane a riorganizzare i propri spostamenti quotidiani, aiutandosi con un programma elaborato dall’Università della Sapienza di Roma che permetterà di calcolare tempi, percorsi ed emissioni inquinanti prodotte, sulla base delle cartografie elettroniche che mostrano il tragitto casa-scuola. In ciascun istituto delle nove città prescelte – Milano, Torino, Brescia, Firenze, Bologna, Venezia, Roma, Napoli e Bari – le interviste verranno fatte dai ragazzi stessi: un gruppetto per ogni scuola dovrà informarsi nei minimi dettagli sulle scelte di mobilità fatte dai compagni. E non solo... sotto esame finiranno anche i professori.