Bioplastica, gli oli esausti potrebbero far aumentare la produzione
Secondo uno studio della University of Wolverhampton, il batterio produttore di bioplastica Ralstonia eutropha H16 cresce molto meglio nell'olio usato che nel glucosio, producendo una quantità tripla di biopolimero di alta qualità, riducendo al contempo l'impatto ambientale del processo
04 September, 2012
Le bioplastiche naturalmente sintetizzate dai microrganismi potrebbero essere ottenute a partire dall'olio di cottura usato, secondo un processo che potrebbe ridurre l'impatto ambientale e fornire plastiche ad alta qualità utilizzabili per impianti medici. Lo dimostra uno studio della University of Wolverhampton, presentato durante la Autumn Conference della Society for General Microbiology.
Il piu' comune polimero bioplastico è il Phb (Poly 3-hydroxybutyrate) che viene ottenuto a partire da batteri immersi in glucosio all'interno di grandi fermentatori. "Il nostro batterio produttore di bioplastica, il Ralstonia eutropha H16, cresce molto meglio nell'olio usato, e produce tre volte piu' Phb rispetto ai processi che partono dal glucosio", ha spiegato Victor Irorere, che ha condotto la ricerca. "I test hanno mostrato inoltre che nanofibre di questa plastica prodotte a partire dall'olio sono anche meno cristalline, ossia piu' adatta alle applicazioni mediche", ha concluso lo scienziato.