Ilva, stop alle navi che portano carbone. Bagnare i parchi minerali? E' ipotesi di reato
Con il sequestro lo stabilimento, a pieno regime, con le polveri dell’area parchi (circa 75 ettari quadrati) ha un’autonomia di 30-45 giorni. Il servizio di filmatura e bagnatura dei parchi minerali provoca un ulteriore inquinamento del sottosuolo, aggiungendo così ulteriore ipotesi di reato. "Ilva, presto l’embargo ai parchi" articolo di Vittorio Ricapito da Taranto Oggi del 6 settembre 2012
06 September, 2012
di Vittorio Ricapito
Sembra ormai questione di ore l’entrata in vigore del provvedimento con cui la procura ionica, attraverso i carabinieri del Noe, inibirà l’arrivo di polveri minerali nell’area “parchi”, finita sotto sequestro senza facoltà d’uso insieme a cinque impianti dell’area a caldo lo scorso 26 luglio. Il blocco, di fatto, impedirà l’arrivo di nuove navi in porto cariche di polveri ferrose, le materie prime necessarie per alimentare la produzione dello stabilimento siderurgico di Taranto. Una precauzione che probabilmente si renderà necessaria alla luce del continuo spolverio che, in particolare nelle giornate di vento, continua a scaricare sui quartieri limitrofi della città tonnellate di polveri pericolose per l’ambiente e la salute di cittadini e lavoratori.
Questa potrebbe essere una delle precauzioni indicate dai custodi giudiziari nominati dal gip Todisco e concordate con la procura al fine di interrompere le emissioni inquinanti e nocive (per lo più disperse). Lo stabilimento, a pieno regime, con le polveri dell’area parchi (circa 75 ettari quadrati) ha un’autonomia di 30-45 giorni. In questo periodo, per un calo delle commesse, Ilva dichiara di produrre al 70% del regime ordinario, anche se in realtà non potrebbe visto che il sequestro non prevede la facoltà d’uso, ma lo fa lo stesso utilizzando come alibi la necessità di tenere gli impianti in funzione per risanarli.
Impedendo tuttavia di scaricare nuove polveri nell’area parchi, che giungono via nave e vengono caricate sui nastri trasportatori, lo stabilimento potrebbe esaurire la “benzina” in due o tre mesi. Proprio ieri Ilva ha comunicato ai sindacati di voler implementare il servizio di filmatura e bagnatura dei parchi minerali per contenere il sollevamento delle polveri stoccate. “Un intervento assolutamente inutile – commenta il procuratore Franco Sebastio, che guida il pool di magistrati gestori del sequestro ordinato dal gip come hanno sancito nel passato le sentenze di condanna fin dal 1982.
Anzi aggiungerei dannoso: l’acqua sui cumuli di minerali filtra nel terreno sottostante e, in assenza di un sistema di scolo convogliato e impermeabile, provoca un ulteriore inquinamento del sottosuolo, aggiungendo così ulteriore ipotesi di reato”.
Il rischio è emerso già nei giorni scorsi, quando i custodi giudiziari, nel corso delle loro perlustrazioni nello stabilimento, hanno notato che la pulizia dei nastri trasportatori con getti d’acqua all’interno dei parchi minerali, crea dei veri e propri laghetti composti da una fanghiglia ferrosa, che viene lasciata a cielo aperto. Col tempo, l’acqua penetra nel terreno e la polvere lavata via dai nastri resta in superficie.
Ieri si sono susseguiti gli incontri negli uffici della procura.
Il procuratore Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino ed il sostituto Giovanna Cannarile hanno incontrato sia i militari del Noe che quotidianamente seguono da vicino il lavoro dell’equipe di “custodi-tecnici” guidata da Barbara Valenzano, sia i militari della guardia di finanza, guidati dal capitano Giuseppe Di Noi, che si occupano del secondo filone d’inchiesta, “ambiente venduto”, quello riguardante rapporti poco chiari tra amministratori pubblici e gestori di discariche per rifiuti, alcune delle quali utilizzate anche da Ilva. Sul fronte dell’inchiesta principale sono attesi i risultati delle analisi sulla diossina trovata nelle cozze del primo seno del mar Piccolo e qualche altro particolare prima che la procura possa “impacchettare” il lavoro di oltre due anni e presentare le proprie conclusioni al giudice dell’udienza preliminare.
Anche la seconda inchiesta sembra essere a buon punto e potrebbe riservare qualche colpo di scena.