Ilva, impatto sulla salute: i dati ufficiali del Ministero slittano al 12 ottobre
I dati sull’impatto sulla salute relativi a monitoraggi ambientali, biologici ed epidemiologici dei siti contaminati saranno presentati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) il 12 ottobre. Lo ha reso noto il ministro della Salute Renato Balduzzi a margine della presentazione del progetto "Sentieri" a Roma
18 September, 2012
Il ministro della Salute Renato Balduzzi: i dati ufficiali il 12 ottobre
«Non credo che la magistratura abbia elementi diversi da quelli di cui disponiamo e che sono frutto delle indagini di questi anni». Così il ministro della Salute Renato Balduzzi ha risposto alle domande dei giornalisti sugli sviluppi dell’indagine in corso sull’area di Taranto dove sorge l’Ilva. Qui, tra il 1995 e il 2002, si è registrato un aumento tra il 10% e il 15% della mortalità generale e per tutti i tumori, sia negli uomini che nelle donne. Il ministro ne ha parlato a margine della presentazione del progetto Sentieri, oggi a Roma, sull’impatto sulla salute dei siti contaminati. «Forse - ha detto Balduzzi - la magistratura non ha ancora gli elementi che stiamo elaborando. Il 12 ottobre - ha concluso - saranno presentati i dati elaborati dall’Istituto superiore di sanità (Iss), relativi a monitoraggi ambientali, biologici ed epidemiologici».
segue il comunicato stampa del 18 settembre del Ministero della Salute in merito alla presentazione dei dati la cui diffusione è stata rinviata al 12 di ottobre: "L’impatto sulla salute dei siti contaminati: il Progetto Sentieri"
Ilva Taranto: le attività del Ministero della Salute
Nell’ultimo decennio relativamente alla situazione di Taranto numerosi studi di epidemiologia e monitoraggio ambientale sono stati condotti da parte del Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. Il sito di Taranto è stato incluso nel Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito della ricerca finalizzata 2006, e condotto sotto il coordinamento dell’Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria. Il Progetto SENTIERI si è concluso ed i risultati sono stati pubblicati in un supplemento della rivista Epidemiologia e Prevenzione nel dicembre 2011.
Un altro studio, al quale ha collaborato l’Iss, pubblicato negli Annali dell’Iss, volume 47, n°2, pagg. 192-199, ha indagato l’associazione tra incidenza dei tumori e residenza in prossimità di siti inquinanti tramite uno studio caso-controllo condotto nell’area industriale di Taranto.
Nell’ambito del programma strategico Ambiente e Salute finanziato dal Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto, ha condotto uno studio esplorativo di monitoraggio biologico umano che ha riguardato circa 50 persone, che hanno lavorato come allevatori presso masserie dislocate nella provincia di Taranto. L’obiettivo di questo studio è di valutare il carico nel corpo degli allevatori di inquinanti persistenti quali metalli pesanti e diossine. Durante lo studio sono state raccolte, oltre ai campioni ematici sui quali sono state eseguite le misure di inquinanti, anche informazioni sulle caratteristiche delle aziende zootecniche (compresa la distanza dall’impianto siderurgico) e sulle caratteristiche personali dei lavoratori, comprese la storia residenziale e lavorativa, le abitudini alimentari e il consumo di alcool e fumo di sigaretta. Sono in corso le analisi conclusive dello studio i cui risultati saranno presentati presso la ASL di Taranto il 12 ottobre.
Lo studio è stato ideato e disegnato prendendo spunto da precedenti indagini della ASL di Taranto sulla presenza di diossine e PCB negli animali e negli alimenti prodotti dalle aziende zootecniche. Queste indagini hanno portato in alcuni casi al sequestro e all’abbattimento di animali che presentavano livelli di contaminanti al di sopra dei livelli consentiti. Tra il 2008 e il 2009 sono stati analizzati diversi campioni alimentari (latte, ricotte, carni, foraggio, uova) e in due fasi sono state monitorate anche 164 aziende zootecniche. In 12 casi si sono avuti risultati non conformi alle norme, cioè con concentrazioni di diossine elevate. Degli animali regolarmente macellati nella zona è stata imposta la distruzione di fegati e reni.
Inoltre il Ministero della Salute tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 ha lanciato un monitoraggio finanziato con fondi per la valutazione della contaminazione di alcuni prodotti di origine animale provenienti da aree interne o prospicienti i Siti di Bonifica di Interesse Nazionale (SIN). Il programma si articola in più fasi temporali: alla fine del 2011 è stato avviato operativamente su 21 SIN, uno per Regione. Per la Puglia è stato scelto per la prima fase il SIN di Taranto e sono stati scelti i mitili. Sono disponibili i dati fino alla fine di luglio. Su 42 campioni di molluschi analizzati prelevati dagli allevamenti del Mar Piccolo (II Seno) e nel Mar Grande solo in un caso sono stati trovati valori oltre la norma.
La voce degli ambientalisti: momento storico
“Nella partita salute-lavoro vince la vita. Nella partita magistratura-politica vince la legalità”. Lo scrivono in una nota la portavoce del movimento 'Donne per Tarantò, Rosella Balestra, il presidente del Fondo Antodiossina onlus, Fabio Matacchiera, e il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, commentando la direttiva della procura che impone lo spegnimento e il rifacimento degli impianti inquinanti dell’Ilva. “E' un momento storico – osservano – per la città di Taranto. Abbiamo lottato per un avvenire migliore per tutti e questo momento sta per arrivare. E’ un giorno che in tanti stavamo aspettando da anni. Un’attesa fatta di notti insonni, lacrime, speranze, paura, studio, impegno costante”. Gli ambientalisti dicono “grazie alla magistratura (al Gip Patrizia Todisco e al Procuratore Franco Sebastio in particolare) che non si sta facendo – spiegano – 'ammaliarè da promesse, da ritardi, da piani e progetti fasulli”. “E che non si sta facendo intimidire – si aggiunge nella nota – da un governo ormai sfacciatamente 'schierato' dalla parte di chi inquina. Oggi ci apriamo alla speranza. Un futuro migliore è possibile”. Il principio, secondo Balestra, Matacchiera e Marescotti, è uno solo: chi ha inquinato dovrà pagare. “Lo Stato e l’Ilva concludono – dovranno risarcire i lavoratori e l’intera comunità. Pretendiamo la tutela di tutte le persone, dai lavoratori Ilva ai bambini che continuano ad ammalarsi e spesso morire”.