Da proposta delle associazioni a delibera. Torino vuole diventare "Città camminabile"
Il Comune coglie la sfida lanciata da diverse associazioni per far di Torino un laboratorio di riprogettazione dei luoghi di relazione attraverso un radicale ripensamento della mobilità. Una "conversione ecologica" della città di cui Guido Viale, Carlo Olmo e Lorenzo Custer hanno parlato in occasione del Car Free Day
24 September, 2012
La notizia è stata data al Castello del Valentino a margine del convegno "La città camminabile" dal direttore della Divisione Ambiente del Comune di Torino Enrico Bayma: "I nostri uffici stanno predisponendo una delibera per far sì che Torino avvii un percorso di trasformazione che la porti ad essere una Città Camminabile".
Il Comune coglie quindi la sfida lanciata da diverse associazioni (riunite sotto il cappello "La città camminabile") per "un radicale ripensamento della mobilità urbana" e per ridisegnare "gli spazi comuni con strade, piazze, giardini, parchi nei quali sia agevole camminare, andare in bicicletta, socializzare, comunicare e, dunque, vivere meglio".
Ad approfondire il tema al Castello del Valentino in occasione del Car Free Day sono stati chiamati uno storico, un sociologo e un architetto di prim'ordine: Carlo Olmo (già preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino), Guido Viale (autore tra l'altro di Vita e morte dell'automobile) e Lorenzo Custer (fondatore di GMT, gruppo per la moderazione del traffico nella Svizzera italiana). I relatori, oltre a raccontare le proprie personali micro storie legate al camminare in città, hanno portato alcuni esempi concreti di "città camminabili".
"Parlare di città camminabili -si legge nel manifesto della giornata- vuol dire riconsiderare gradualmente l’organizzazione della città: trasporti, architettura, posteggi, dislocazione e rafforzamento di percorsi intra ed extraurbani, dislocazione degli uffici di utilità pubblica e dei loro decentramenti, scuole, luoghi della pratica motoria e sportiva, parchi e “isole”. Vuol dire favorire i comportamenti virtuosi legati al camminare: andare al lavoro o a scuola, fare la spesa, raggiungere luoghi di svago e divertimento, andare dal medico o in un presidio ospedaliero, recarsi nei luoghi più disparati per svolgere pratiche utili, passeggiare etc. Cosa intendiamo per “Città Camminabile” è presto detto: è una condizione generale, una prospettiva di vivibilità e di socialità, un modo di essere del territorio. Un’inedita apertura al corpo, alla sua centralità, ai suoi bisogni di espressione e di relazione. Un obiettivo verso il quale lavorare predisponendo accuratamente azioni e politiche, programmando studio e sperimentazione. Sapendo bene che si tratta di un percorso particolare, di un impegno di lavoro per e con la cittadinanza che diviene così costruttrice di policies, promotrice di capitale sociale, oggi quanto mai necessario per dare nuovi, più avanzati contenuti al welfare".