Dal meccanico, cambio olio e filtro. Poi cosa succede?
La Riccoboni Holding ha inaugurato a Predosa (AL) un impianto di riciclo e recupero dei filtri olio per auto. Eco dalle Città al taglio del nastro dell'impianto: il commento dell’amministratore delegato, Angelo Riccoboni, e il recupero dei filtri spiegato da Enrico Bosi, direttore sviluppo tecnologie ed impianti
09 October, 2012
Per il recupero dell'olio usato esiste in Italia il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati i cui risultati sono stati illustrati dal un precedente articolo di Eco dalle Città. E invece il filtro dell'olio usato una volta cambiato dal meccanico che fine fa?
Venerdì 5 ottobre 2012 è stato inaugurato a Predosa (provincia di Alessandria) l'impianto di riciclo e recupero dei filtri olio per auto della Riccoboni Holding. L'impianto permette di gestire quasi 5.000 tonnellate all'anno di filtri olio delle automobili, ovvero quasi un terzo della produzione nazionale (16.000 tonnellate).
Come avviene il recupero?
Enrico Bosi, direttore sviluppo tecnologie ed impianti, ha illustrato ad Eco dalle Città come avviene il recupero dei filtri olio: «I filtri olio a fine vita vengono raccolti dai meccanici. Si tratta di un rifiuto pericoloso per via degli idrocarburi che rimangono al suo interno. Noi abbiamo realizzato un impianto di trattamento di questi filtri che ha la possibilità a fronte dell'ingresso di questo rifiuto, di separare le varie componenti del materiale».
Cosa si recupera?
«Il filtro è costituito da un cilindro esterno in ferro, da una parte di carta e da alcuni anelli di tenuta in alluminio. La prima separazione serve per tirare fuori l'olio che rimane all'interno del filtro. Dopodiché l'impianto prevede il recupero della carta (circa 30-35%) che è impregnata d'olio (anch'essa un rifiuto pericoloso). Questa carta è però un ottimo comburente: infatti la inviamo al forno di un cementificio in Belgio per essere recuperata energeticamente».
«Abbiamo poi il recupero del ferro (circa il 50-55%) - ha continuato Enrico Bosi -. Questo impianto è tecnologicamente avanzato perché permette di recuperare il metallo facendolo diventare una materia prima seconda grazie al basso grado di impurità ottenuto (e certificato). Si passa poi al recupero dell'alluminio (2%) presente in quantità inferiori (anche per via del costo maggiore della materia usata sempre meno nella composizione dei filtri)».
C'è poi la fase riguardante il recupero dell'olio (circa il 15%). «Il nostro impianto fa parte del COOU – ha spiegato il direttore sviluppo tecnologie ed impianti - e gestisce gli oli che vengono ritirati. Qui avvengono dei processi di prima pulizia (eliminazione dell'acqua e dell'impurità più grossolane). Questo olio viene poi mandato alla raffineria Viscolube da cui viene fuori nuovo olio che può essere commercializzato».
Riccoboni: investimenti e progetti seri su green economy per rilanciare l'economia
«È un momento di grande difficoltà per il Paese – ha commentato ad Eco dalle Città l’amministratore delegato Angelo Riccoboni - Siamo in una fase di grande crisi economica. Ritengo però che questo Paese abbia bisogno di un rilancio forte e deciso e i volenterosi devono scendere in campo perché se ognuno si chiude nel suo guscio penso non ci possa essere futuro. Questo vale per tutti i miei colleghi, non solo nel settore ambientale, che corrono ad aprire attività di produzione all'estero. Penso che questo non sia il modo di risolvere i problemi del nostro Paese. Credo ancora in questo Paese, credo che con gli investimenti e i progetti seri puntando sulla green economy si possa rilanciare l'economia».
In Piemonte, con Riccoboni, la Green Economy è realtà - comunicato stampa del 05.10.2012