Osservatorio nazionale rifiuti, presentato il rapporto con i dati del 2007
Ancora molto in ritardo le regioni del sud Italia in materia di raccolta differenziata, ma per la prima volta la produzione nazionale di rifiuti arresta la sua crescita. Il rapporto affronta anche il tema controverso dei consorzi obbligatori di recupero e del libero mercato
05 May, 2009
Sbilanciamento tra nord e sud; produzione nazionale di rifiuti; dualismo tra libero mercato e monopolio pubblico nella gestione degli scarti. Questi i temi principali del rapporto annuale dell'Osservatorio nazionale rifiuti (Onr), presentato oggi a Roma dal presidente dell'Onr, Antonio Cavaliere. Nessuna novità sul fronte del ritardo delle regioni meridionali in tema di recupero dei rifiuti. Il sud del paese, infatti, registra un magro 11,6%, a fronte del 20,8% del centro e del 42,5% del nord. In termini assoluti, il rapporto rileva che, nel 2007, su un totale di raccolta differenziata di 8.959.000 tonnellate, quasi 6.205.000 sono state raccolte al nord e poco meno di 2.754.000 sono state raccolte al centro-sud. Un problema, quello dei differenti risultati in termini di raccolta differenziata e recupero, già sottolineato dal Rapporto rifiuti dell'Ispra e da tutte le analisi condotte da organismi istituzionali, associazioni ambientaliste, etc.
Maggiore omogeneità, invece, nella produzione dei rifiuti: il nord, con 27.117.000 di abitanti, pari al 45% della popolazione italiana, produce il 45% dei rifiuti urbani; il centro, con 11.675.000 pari circa al 20% della popolazione nazionale, produce il 22% dei rifiuti urbani; il Sud, con 20.826.000 di abitanti, pari al 35% della popolazione, produce il 33% dei rifiuti urbani. E proprio sul fronte della produzione totale di rifiuti arriva una delle poche buone notizie contenute nel rapporto: nel 2007, per la prima volta, l'Italia ha prodotto una quantità di scarti più o meno invariata rispetto all'anno precedente( circa 32.500.000 tonnellate). Nessun aumento, dunque, forse anche “grazie” alle prime avvisaglie della crisi economica.
Il rapporto, inoltre, sottolinea la difficoltà di realizzare sistemi di raccolta differenziata che rispettino le regole del libero mercato ma che siano, allo stesso tempo, efficaci in termini di difesa ambientale. Il riferimento è alla costituzione dei consorzi obbligatori unici per il recupero delle varie tipologie di materiali, che si sono dimostrati efficaci nel garantire raccolta e recupero dei rifiuti, ma che, in quanto strumenti monopolistici, alterano in qualche modo le condizioni di libera concorrenza.