Presentato il nuovo regolamento sugli orti urbani a Torino
12 articoli che modificano il regolamento della Città di Torino per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani. Intervista di Eco dalle Città a Marco Grimaldi, consigliere comunale tra gli estensori del nuovo regolamento
23 October, 2012
Gli estensori del nuovo regolamento della Città di Torino per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani hanno presentato i 12 articoli che modificano la delibera del 1986. La proposta arriva da alcuni consiglieri comunali (Marco Grimaldi, Marta Levi, Guido Alunno, Laura Onofri, Fosca Nomis, Giovanni Ventura) a conclusione di un lungo percorso di lavoro che dal 2011 ha impegnato la Commissione Ambiente in sopralluoghi e incontri con le circoscrizioni, i cittadini, le associazioni e le cooperative che collaborano con gli affidatari degli oltre 400 orti urbani.
«Si tratta di cambiare il modello culturale – ha spiegato ad Eco dalle Città il consigliere Marco Grimaldi - rispetto al vecchio regolamento risalente agli anni Ottanta che all'epoca faceva riferimento ad una realtà caratterizzata dagli orti sociali: in quegli anni gli orti rappresentavano un ritorno alle origini per molti immigrati presenti a Torino. Oggi ci sono invece nuovi cittadini che chiedono di avere accesso a questa pratica. Ci sono nuove necessità e nuovi usi, per esempio scuole e associazioni che utilizzano l'orticoltura per finalità educative, pedagogiche e terapeutiche. Esisteva poi l'esigenza di aggiornare il capitolo che riguardava i divieti e gli obblighi previsti dal precedente regolamento. Prima l'orto veniva concepito dalle persone che ce l'avevano in concessione come un “luogo privato” oggi invece chiediamo una maggiore condivisione, a partire degli spazi in comune».
«Il verde urbano – ha continuato Marco Grimaldi - va ripensato sia per abbattere i costi di gestione dovuti alla costante manutenzione sia per creare usi alternativi all'interno dello stesso verde dove una presenza costante permetterebbe oltretutto di avere un presidio controllato a favore della sicurezza, creando reti informali di scambio e aiuto. Abbiamo inoltre previsto di dare in concessione piccoli appezzamenti (sotto i 2.500 mq) ad associazioni, a soggetti del privato sociale senza fini di lucro e/o soggetti privati per realizzare un progetto complessivo che integri esperienze di agricoltura urbana con la tutela del paesaggio e del suolo».
Nuove regole per i contadini urbani. Sarà più facile coltivare un orto - da La Stampa del 24.10.2012