Rinnovabili, Greenpeace: 500.000 posti di lavoro in Europa entro il 2020
L'associazione ha presentato l'ultima versione del rapporto ''Energy 'R'evolution'', in cui sostiene che la green economy potrebbe offrire mezzo milione di posti di lavoro in Europa entro il 2020. Per arrivare a questi numeri, precisa Greenpeace, occorrono però politiche adeguate
25 October, 2012
L'Europa potrebbe creare quasi mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel settore energetico entro il 2020 rendendo prioritarie le rinnovabili e l'efficienza energetica, invece di nucleare e fonti fossili. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto europeo 2012 ''Energy 'R'evolution'' (vedi allegato), elaborato per conto di Greenpeace ed EREC (European Renewable Energy Council) dal Centro nazionale tedesco per l'aerospazio, l'energia e i trasporti (DLR).
«Ogni aumento di un euro del prezzo del petrolio costa oltre 400 milioni di euro al mese ai consumatori europei. L'Ue puo' dimezzare questa dipendenza entro il 2030 con piu' efficienza e piu' rinnovabili», spiega Sven Tesk, di Greenpeace International. Le fonti verdi forniscono gia' il 12,5% del fabbisogno energetico Ue e secondo lo scenario del rapporto questa quota dovrebbe raggiungere il 40% nel 2030 e il 90% nel 2050.
Greenpeace ed EREC chiedono un obiettivo vincolante per il 2030 del 45% di rinnovabili e la cancellazione dei sussidi al nucleare e ai combustibili fossili. Il costo aggiuntivo di questa "rivoluzione energetica" sarà compensato due volte dal mancato consumo di 3 mila miliardi di euro di combustibili fossili nel periodo 2011-2050.
Anche in Italia, secondo Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, «è possibile diminuire la dipendenza dai combustibili fossili con le rinnovabili e senza bisogno di andare a cercare il petrolio a mare, come vuole fare il governo Monti». (ANSA)
Leggi il rapporto "Energy 'R'evolution" 2012 di Greenpeace