Ama: «I conti migliorano», ma sono ancora molti gli enti morosi
Lunghissima la lista di ministeri, enti pubblici e società che evadono da anni la tariffa rifiuti. Ma secondo l'amministratore delegato dell'Ama il recupero dei crediti è stato finalmente avviato
07 May, 2009
Quasi mezzo miliardo di euro, per l'esattezza 450 milioni. A tanto ammonterebbe il debito nei confronti dell'Ama da parte di ministeri, altri enti pubblici e aziende, per i quali l'evasione della Ta.Ri. (la tariffa sulla nettezza urbana) sembra essere diventata da anni una vera e propria consuetudine. L'elenco dei morosi, pubblicato qualche tempo fa, è di quelli da far girar la testa: la “palma” di ente più indebitato spetta al ministero dell'Interno, che, sommando i diversi uffici, deve alla municipalizzata 6 milioni e 812 mila euro. Ma non stanno molto meglio il ministero dei Trasporti (oltre 4 milioni di debito), la Difesa (3 milioni e 766), il Tesoro (3 milioni e 710). Appena più contenuti gli arretrati del ministero dei Beni culturali, moroso per 164.900 euro, e la presidenza del Consiglio dei ministri, che per il servizio ricevuto ogni giorno dall'Ama deve ancora pagare 124.692 euro. Ma l'elenco degli inadempienti comprende anche il carcere di Rebibbia, (111.019 euro), la Soprintendenza dei beni ambientali (278.539 euro), il Pontificio istituto biblico, che deve quasi 180 mila euro, e le Asl, che insieme ad alcuni ospedali totalizzano addirittura un debito complessivo di 5 milioni e 978mila euro. Ma ad essere morosi non sono soltanto gli enti pubblici. La situazione, infatti, non è molto diversa sul fronte delle grandi aziende: l'Acea, per esempio, deve all'Ama 342mila euro, mentre Telecom Italia oltre 330mila. Seguono Sky Italia con un debito di 329mila euro e l'Ikea (Italia retail Srl), che pure ha fatto dell'attenzione all'ambiente un punto di forza della sua comunicazione, con quasi 137 mila euro.
Una lista di creditori da capogiro, dunque. Che però sembra aver finalmente iniziato ad assottigliarsi. Tanto che l'Ama fa sapere che nel 2009, dopo anni di conti in rosso, il bilancio potrebbe chiudersi in pareggio: «A riscuotere ormai siamo piuttosto veloci. Questo non vuol dire che le cose vadano a pieno regime ma, sicuramente la situazione sta migliorando grazie a un percorso di ricapitolizzazione», ha dichiarato l'amministratore delegato Franco Panzironi. «A differenza di quanto accadeva fino al 2007 – ha precisato l'ad – ora dopo sessanta giorni comincia l'azione di recupero. La velocità di incasso è migliorata, siamo passati dal 70 all'83 per cento».
Secondo Panzironi, qualcuno dei grandi evasori, come la Fao, ha già pareggiato i conti. «Ma ci sono anche altri ministeri o aziende a voler regolarizzare la posizione». Per facilitare l'estinzione dei debiti, la municipalizzata ha previsto anche la possibilità di pagamenti rateali.