Roma, bonifiche al municipio V. "Ora però vogliamo la differenziata"
Il presidente Caradonna esterna la sua preoccupazione: a Nord-Est di Roma specie in periferia la situazione rifiuti resta problematica. Tmb e porta a porta il futuro, ma i municipi da soli non ce la fanno
04 November, 2012
“A livello di municipio da mesi stiamo cercando di fare il possibile per risolvere il problema dei rifiuti specie laddove il degrado è maggiore e gli accumuli sono all’ordine del giorno. Ma serve un aiuto ancora più concreto dal comune, perché altrimenti rischiamo di vedere intere aree in tilt”. Non nasconde la sua preoccupazione il presidente del Municipio V Ivano Caradonna, che a settembre scorso era arrivato a presentare le dimissioni perché sfiduciato dal suo consesso, salvo poi tornare.
“Il nostro impegno c’è tutto, ma la raccolta resta qualitativamente insufficiente. Con Ama sono state fatte buone cose: giusto una settimana fa abbiamo completato una vasta opera di riqualificazione del Parco di via Zanardi e di via Franceschini che ci ha consentito di restituire ai cittadini un'area verde più decorosa e più sicura. Ma purtroppo questi interventi sporadici non bastano. Specie nelle periferie, penso ad esempio a San Basilio, la situazione resta critica per ciò che concerne il degrado e la raccolta dei rifiuti porta a porta resta un miraggio”. Sulle soluzioni da adottare anche al Municipio V non hanno dubbi. “Per far partire un piano concreto di raccolta differenziata, bisogna avere gli impianti idonei a trattare i rifiuti. E a Roma non li abbiamo: quei pochi che ci sono non lavorano a pieno regime e ne servono altri. Per il resto, non credo che aprire una discarica a Monti dell’Ortaccio risolva granché, specie nel lungo periodo. Senza considerare che quella zona è già in difficoltà dal punto di vista ambientale. Le istituzioni locali, coinvolgendo noi dei municipi, devono affrontare la situazione di petto: investimenti sui tmb e via alla differenziata soprattutto nelle zone dove essa è inesistente. Speriamo che il sindaco Alemanno ci ascolti sulla problematica: c'è troppo silenzio. Altrimenti rischiamo di non farcela e di finire come a Napoli”.