Smog, cosa bolle in pentola alla Commissione Europea
Con Marco Gasparinetti della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea parliamo di biossido d'azoto, black carbon e delle procedure di infrazione a carico dell'Italia per i continui sforamenti dei limiti previsti dalle direttive sulla qualità dell'aria. “La sentenza della Corte arriverà entro fine anno”
06 November, 2012
“Nel 2001 in Italia la qualità dell'aria non veniva nemmeno misurata: almeno adesso sappiamo che aria respiriamo”. E non è buona. Marco Gasparinetti (Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea) è intervenuto al convegno organizzato lunedì 5 novembre da Comune di Milano e Genitori Anti Smog per portare la sua testimonianza da Bruxelles. Ne abbiamo approfittato per chiedergli notizie dalla Commissione, a cominciare dalla procedura di infrazione a carico dell'Italia, le famose multe per smog mai pervenute. “La sentenza della Corte arriverà entro fine anno, prevediamo. I tempi li decide la Corte di Giustizia, non la Commissione Europea. Ma siccome la sentenza si riferirà solo al passato, succederà semplicemente che la Corte accerterà il fatto che l'Italia si trova in una situazione di violazione del diritto comunitario, e a quel punto la Commissione valuterà le tappe ulteriori. A novembre invece è prevista la sentenza per il Portogallo, che per noi è particolarmente interessante considerando che il caso italiano è quasi gemello. Vedremo”. Prima di arrivare ad un sanzionamento effettivo però... “Ci vorrà tempo, sì, questo riguarda lo stadio successivo”.
Gli sforamenti però non riguardano solo il particolato: le medie annuali del biossido d'azoto sono ampiamente al di sopra dei limiti previsti dalle direttive, eppure quando si parla di allarme smog ci si limita quasi esclusivamente al Pm10. “Intanto i limiti per il biossido di azoto sono entrati in vigore 5 anni più tardi rispetto al Pm10. (NdR: Il DM 60/2002 stabiliva che i valori limite di concentrazione per l'NO2 dovessero essere raggiunti entro il 1° gennaio 2010). E' importante comunque considerare che l'Italia aveva presentato una domanda di proroga per l'adeguamento ai limiti, domanda che è stata accettata per alcune zone e rifiutata per altre, quindi noi ci aspettiamo – in particolare per quanto riguarda la Lombardia – che con ogni probabilità l'Italia voglia notificare delle misure aggiuntive supplementari in modo tale da poter raggiungere i valori stabiliti nel 2015, che il termine ultimo concesso dalla proroga”.
Al di là dei superamenti, abbiamo a che fare con un ritardo nella percezione della pericolosità del biossido d'azoto, che non viene citato quasi mai. E' un problema solo italiano o capita la stessa cosa negli altri stati dell'Unione? “No, credo che sia un problema diffuso in tutta Europa. La ragione principale risiede nella difficoltà che fino ad oggi è stata incontrata nel poter dare risposte certe sul comportamento degli ossidi di azoto sulla salute umana. Mentre per il Pm10 i risultati degli studi epidemiologici sono stati confermati anche dai test fatti in laboratorio - test eseguiti su cavie e questo è un argomento che non è mai piacevole - per l'NO2 non si può dire altrettanto. Come ha spiegato molto bene l'epidemiologo Luigi Bisanti nella sua relazione, l'azione tossica del biossido di azoto non è sperimentalmente riproducibile, nonostante sia evidente dal punto di vista epidemiologico. E' un argomento di studio che andrà sicuramente approfondito. (NdR: per Bisanti gli effetti sulla salute associati al NO2 sono addirittura superiori rispetto a quelli causati dalle polveri sottili. Qualche esempio: negli anni tra il 2004 e il 2009 è stato documentato per ogni incremento di 10 mcg/m3 di Pm10 un incremento del numero giornaliero dei decessi nello stesso giorno o nei due giorni successivi dello 0,8%. Per il NO2 la percentuale sale a 1,4%. Inoltre, nello stesso quinquennio, allo scostamento fra il valore medio annuale del Pm10 e quello previsto dai limiti europei sono attribuibili “79 decessi per tutte le cause, 24 per cause cardiocircolatorie e 10 per cause respiratorie. I decessi attribuibili al biossido d'azoto sono molto più numerosi: 422 per tutte le cause, 183 per cause cardiocircolatorie e 8 decessi per cause respiratorie”).
Restando in tema di inquinanti da monitorare, nel corso della giornata si è parlato molto anche di black carbon, proprio per la sua fortissima incidenza sulla salute umana (minore è la dimensione delle polveri maggiore è la loro capacità di penetrare nei tessuti). In occasione dell'aggiornamento del protocollo di Gothemborg il BC è stato inserito per la prima volta fra gli inquinanti atmosferici da monitorare, ma l'accordo non obbliga gli Stati della Commissione a farlo. Qualcosa cambierà con la nuova direttiva in preparazione? “Mi sento di escluderlo. Penso che sia più probabile che eventuali misure vincolanti e obbligatorie intervengano in una fase ulteriore, ma non in questa revisione. Tuttavia, ritengo sia ancora prematuro dare anticipazioni sui contenuti. Abbiamo un anno di tempo per portare a termine il lavoro e stiamo raccogliendo tutta la evidence e le prove scientifiche e sulla base di queste il Commissario responsabile prenderà le sue decisioni. Abbiamo ancora tanto lavoro davanti”.
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