Il G8 delle Università e la sostenibilità ambientale
Dopo il summit degli studenti a Palermo, si svolge dal 17 al 19 a Torino quello dei rettori e, in parellelo, il contro-G8 "Turin Sherwood Climate Camp". Il mondo dell'università parla di sostenibilità ambientale, ma con impostazioni in contrasto. Ecco i materiali
08 May, 2009
Rigoberta Menchu, Jeremy Rifkin, Piero Grasso e Vincenzo Scotti. Sono solo alcune delle personalità di rilievo nazionale ed internazionale che parteciperanno l'8 e il 9 maggio a Palermo al "G8 University Students' Summit 2009". Gli studenti discuteranno insieme a loro di sviluppo sostenibile, di cultura della legalità e promozione della pace. Pochi giorni più tardi, dal 17 al 19 maggio a Torino, sarà invece la volta del "G8 University Summit" promosso dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) nell’anno di presidenza italiana del G8 dei Capi di Stato. Si incontreranno al Castello del Valentino i rettori e i presidenti delle università dei paesi del G8, degli Outreach 5 (Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa), del gruppo MEM (Corea del Sud, Australia, Indonesia) e di alcuni paesi della sponda del Mediterraneo, del Medio Oriente e dell’America Latina. Al centro del confronto i temi dell’economia, dell’etica, dell’ecologia e dell’energia. Ciascun tema sarà affrontato da un gruppo di lavoro presieduto da un relatore: Mario Monti (former EC Commissioner) per l’Economia, Pei Gang (Accademico della Chinese Academy of Sciences) per l’Etica, James Barber (Presidente dell’International Society of Photosynthesis Research) per l’Energia e Kwabena Akyeampong (Viceministro per il Turismo del Ghana) per l’Ecologia. Il lavoro dei gruppi sarà la base di discussione da cui partirà la sessione plenaria dei delegati per giungere alla Dichiarazione Finale che sarà sottoscritta il 19 maggio e consegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in vista del G8 dei Capi di Stato.
“Decidendo di convocare per la seconda volta il Summit delle Università del G8, –ha dichiarato Enrico Decleva, presidente della CRUI- allargato agli atenei degli altri paesi che maggiormente influiscono sui processi in corso, si è inteso in primo luogo rivendicare il ruolo autonomo e insostituibile del sistema universitario in tali processi e nella costruzione di un mondo sempre più integrato e responsabile. Ne uscirà rafforzata la nostra capacità di operare attivamente e di dare il nostro contributo alla rete internazionale degli atenei che il Summit di Torino contribuirà sicuramente a consolidare e rafforzare”. “L'Università –aggiunge il rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo– può e deve essere anticipatrice del futuro. Dove si fa ricerca e si formano i giovani, in un laboratorio virtuale governato dalla dialettica transnazionale del sapere che non conosce barriere culturali o linguistiche, lì prende corpo la sperimentazione e si genera innovazione. Sia questa un nuovo modello di green campus realmente sostenibile, che possa essere esportato e applicato ad altre realtà e guardato anche dalla politica e dall’economia come un microcosmo delle nostre società, o uno sforzo intellettuale verso un nuovo modello di interazione e collaborazione su scala globale”.
A Torino negli stessi giorni è stato organizzato un contro-summit che contesta l'impostazione dell'incontro tra i rettori. Ecco un estratto dell'appello della rete di studentesse e studenti in vista del "Turin Sherwood Climate Camp" (scarica il manifesto) che si terrà in parallelo al G8 delle Università ai Giardini Ginzburg di corso Moncalieri (di fronte ai Murazzi del Po):
"La Conferenza dei Rettori (CRUI), il Politecnico di Torino e l'Università di Firenze hanno rappresentato l'Italia allo scorso G8 University Summit (http://g8usummit.jp/english/index.html) di Sapporo (Giappone) nell'estate 2008, a pochi giorni dal G8 dei Capi di Stato. Durante quel primo appuntamento furono discussi il ruolo ed il possibile contributo delle università alla crescita economica e alla sostenibilità ambientale globale. Al termine dei lavori è stata stilata una dichiarazione, indirizzata agli stati membri del G8 che si sarebbero riuniti pochi giorni dopo: la Sapporo Sustainability Declaration (SSD) firmata dai 37 Rettori è una presa di posizione che enfatizza il ruolo dell'istituzione universitaria di fronte alle sfide ambientali, presentata ai Capi di Governo del G8 in vista di un nuovo protocollo post-Kyoto.
Nella SSD abbiamo individuato molti elementi controversi riguardo all'idea di sostenibilità ambientale ed in generale il ruolo che l'Università dovrebbe ricoprire nel percorso verso una società sostenibile.
1. Il G8 University Summit: non accettiamo che l'ennesima riunione di capi, questa volta delle università più rinomate, pretenda di avere in tasca le ricette per risolvere i problemi ambientali del Pianeta. Fa rabbrividire la possibilità che sia questa un'occasione per sancire definitivamente l'esistenza di un gruppo di università di serie A che diventeranno partner privilegiati del G8 in una logica di caccia ai finanziamenti.
2. Il contributo delle università al raggiungimento della sostenibilità ambientale è esclusivamente finalizzato alla crescita economica. Nella SSD non c'è alcun accenno ai limiti fisici del Pianeta e della crescita, ai danni ambientali da essa fin'ora derivati e alle diseguaglianze sociali locali e globali nell'accesso alle risorse. Sarà ancora una volta il cosiddetto sviluppo, che assume la crescita come imprescindibile, la panacea di tutti i mali?!
3. Ritorna, ever green, l'antica fede totale nelle soluzioni tecnologiche per i problemi ambientali. La fede del sistema economico-finanziario in miracolose soluzioni tecnologiche si è espressa finora attraverso perverse logiche di mercato.
4. L'obiettivo del G8 University Summit non è la diffusione della cultura della sostenibilità e della coscienza di una questione ambientale bensì, come si legge nella SSD, "la formazione di decision-makers esportatori di conoscenze scientifiche e tecnologiche per la soluzione di problemi ambientali globali". Agghiacciante."