Rifiuti all'estero, diatriba a Roma. Alemanno: "Ipotesi residuale". Legambiente: "Il comune non può spendere 100 milioni"
Continua il ping pong di dichiarazioni sull'emergenza rifiuti romana. Mentre a Monti dell'Ortaccio proseguono i lavori, Clini incalza per l'opzione estero. Che non piace però a Legambiente: "Con quei soldi si fa il porta a porta in tutta la Provincia"
21 November, 2012
"Ben venga un intervento del ministro Clini per affrontare il problema dei rifiuti nel Lazio, purché sia un intervento concreto e non solo di dichiarazioni più o meno eclatanti. La scelta di aprire una gara per portare i rifiuti all'estero è solo l'extrema ratio per evitare di continuare a conferire rifiuti tal quale dentro la discarica di Malagrotta o quella di Monti dell'Ortaccio che dista poche centinaia di metri". Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Con il Piano Regionale dei Rifiuti della Regione Lazio, che ha stabilito che l'Ato è esteso a tutto il territorio provinciale di Roma, - prosegue il sindaco di Roma - sono due anni che chiediamo a tutte le istituzioni sovraordinate, dalla Provincia di Roma al Ministero dell'Ambiente, di individuare siti idonei e impianti per smaltire i rifiuti che fino ad ora vengono scaricati tal quale a Malagrotta. C'è quindi ancora la concreta speranza di non dover utilizzare realmente la possibilità di esportare i rifiuti anche se, per prudenza, l'Ama ha predisposto gli atti di gara, per avere anche questa possibilità per scongiurare l'emergenza.
In ogni caso va sottolineato che questo trasferimento all'estero potrà riguardare nel 2013 al massimo il 20% e nel 2014 il 15% del totale complessivo dei rifiuti prodotti a Roma. Bisogna, poi, ricordare che la legge regionale del Lazio obbliga, a differenza di altre Regioni, - conclude Alemanno - a bruciare soltanto rifiuti trattati come Cdr e, quindi, la possibilità di utilizzare Colleferro e altri impianti è legata alla creazione di nuovi impianti di Tmb dato che, anche portati alla massima produzione, quelli esistenti non sono in grado di trattare tutti i rifiuti non differenziati. Ricordo anche che alla fine di quest'anno avremo raddoppiato, nel giro di 5 anni, la percentuale di rifiuti raccolti con la differenziata, portandola dal 17% del 2008 al 30% nel 2012 e che il Patto per Roma, sottoscritto con il Ministero e la Regione, ci permette finalmente di aumentare ogni anno del 10% la percentuale di differenziata. Quindi, il trasporto di rifiuti all'estero è solo una opzione residuale da predisporre per evitare l'emergenza".
"Quello dei rifiuti all'estero è un nuovo scandalo, è folle che il Sindaco Alemanno voglia spendere 100 milioni di euro dei cittadini romani per questa assurda operazione, quando con quella stessa cifra tutta la città potrebbe passare al porta a porta, far schizzare in alto i numeri della differenziata e ridurre enormemente la mole di rifiuti da trattare, seppellire o bruciare, chiudendo discariche e inceneritori". Lo afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, che aggiunge: "Dopo un anno e mezzo con due inutili e dannosi commissari, voluti proprio da Alemanno e dalla Regione per delegare la soluzione del problema, siamo ad un punto morto. Eppure la soluzione è più che chiara, la si pratica in oltre 1.400 Comuni ricicloni nel Paese, che hanno anticipato di un anno gli obiettivi di legge per la differenziata: il Comune toglie i cassonetti dalle strade, e passare alla raccolta domiciliare, i numeri della differenziata in tre mesi schizzano in alto".
Legambiente è infuriata contro la nuova scelta del Comune di Roma e dell'Ama: nella delibera dell'azienda, secondo le cronache, si legge che per prelevare, trasportare e trattare i rifiuti non differenziati prodotti a Roma e attualmente in eccedenza (le quantità di materiali non differenziati che si stima di affidare a questo canale di smaltimento ammontano a cifre enormi, circa 350mila tonnellate per l'anno 2013 e di circa 210mila tonnellata per l'anno 2014) "la spesa complessiva massima presunta di euro 100 milioni e 800mila euro, omnicomprensiva ma al netto dell'Iva se dovuta, graverà sul budget aziendale come segue: anno 2013, euro 63 milioni, 31.5 per la gara e 31.5 milioni per la procedura negoziata; anno 2014, euro 37 milioni e 800 mila".