Ilva, la procura nega il dissequestro del sito. Prima il risanamento
La Procura di Taranto ha espresso parere negativo sull'istanza di dissequestro avanzata dall'Ilva per gli impianti dell'area a caldo, sotto sigilli dal 26 luglio scorso. Il parere motivato è stato depositato alla cancelleria del gip Patrizia Todisco, che potrebbe decidere in settimana
22 November, 2012
La Procura di Taranto ha depositato oggi il proprio parere negativo alla richiesta di dissequestro degli impianti presentata lo scorso 20 novembre dall'azienda siderurgica, hanno riferito fonti giudiziarie.
Secondo il Gruppo Riva, proprietario dell'impianto che dà lavoro a circa 12.000 persone e che è stato in parte sequestrato a fine luglio nell'ambito di un'inchiesta per disastro ambientale, il dissequestro è necessario per attuare le misure di bonifica indicate nell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal governo nelle scorse settimane. Le fonti giudiziarie dicono che secondo la Procura Ilva può avere accesso agli impianti sequestrati per la bonifica in qualsiasi momento, mentre per la produzione la gestione deve restare delegata ai custodi giudiziari nominati la scorsa estate.
L'azienda - che ha già annunciato la cassa integrazione fino a 2.000 dipendenti motivandola con la crisi del settore - sostiene che in caso di mancata restituzione degli impianti sarebbe costretta a chiudere lo stabilimento.
La decisione del giudice per le indagini preliminari sulla richiesta dell'azienda è attesa per la prossima settimana. A pronunciarsi sarà Patrizia Todisco, la stessa gip che il 25 luglio ha autorizzato il sequestro della cosiddetta "area a caldo" dell'Ilva e l'arresto di alcuni dirigenti ed ex dirigenti dell'azienda. Il presidente del Gruppo Riva Bruno Ferrante ha già annunciato un eventuale ricorso, se la richiesta di dissequestro dovesse essere respinta.
Ilva nega anche che le sue emissioni siano così inquinanti come sostenuto nelle perizie che hanno motivato il sequestro dell'impianto. Secondo una perizia epidemiologica consegnata alla procura tarantina, le emissioni dell'Ilva di Taranto hanno provocato in 13 anni quasi 400 morti tra la popolazione e un "eccesso di mortalità" per alcuni tumori tra i dipendenti dell'impianto. Il Gruppo Riva è il 17esimo produttore mondiale di acciaio.
Il 15 dicembre si svolgerà una manifestazione popolare contro l'inquinamento a Taranto organizzata da cittadini e rappresentanti di diverse associazioni ambientaliste che hanno costituito il 'Comitato manifestazione 15 dicembre Taranto libera'. "Quel giorno - è detto in una nota - si marcerà uniti per l'ambiente, per il lavoro, per la salute, per il reddito: Taranto libera!". La scelta del 15 dicembre è dettata anche dal fatto che il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante nei giorni scorsi ha inviato una lettera alla procura e ai custodi giudiziari, per sottolineare che lo stabilimento potrebbe chiudere il 14 dicembre per mancanza di materie (a causa della direttiva che ha imposto la riduzione dello scarico di polveri e minerali) e "ciò comporterebbe - sostiene l'Ilva - gravissimi rischi per la sicurezza".