Eco-lusso: quando il rifiuto da “trash” diventa “cool” (grazie alla pasta di vetro)
CoReVe e Anci hanno finanziato un’importante attività di ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia per il recupero degli scarti, che prevede anche lo sfruttamento di un brevetto ad hoc, la “pasta di vetro”, un materiale innovativo ed ecologico ottenuto dagli scarti vetrosi fino ad ora destinati alla discarica
23 November, 2012
Un superyacht di lusso da 28 metri, l’Amer 92, presentato al Festival de la Plaisance di Cannes 2012 e al Salone Nautico di Genova 2012, è stato arredato con maniglie realizzate in pasta di vetro, un innovativo ed ecologico materiale ottenuto dagli scarti provenienti dal trattamento degli imballaggi in vetro fino ad oggi non riciclabili in vetreria.
La pasta di vetro utilizzata per dar vita alle maniglie, è il frutto della ricerca di EcoTecnoMat, società spin off dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ed è stata anch’essa oggetto di una sperimentazione finanziata quest’anno grazie al fondo istituito da CoReVe (Consorzio Recupero Vetro) e Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
La sperimentazione ha portato a individuare una serie di impieghi, alternativi alla discarica, degli scarti vetrosi non riciclabili in vetreria tra cui si annoverano impieghi più o meno nobili di tali frazioni: nel mondo ceramico, dei laterizi, degli arredi urbani e del design.
Questo nuovo materiale, prodotto con vetro di scarto, in virtù delle sue proprietà fisiche, permette di realizzare oggetti indeformabili e inalterabili all’invecchiamento. Grazie alle sue caratteristiche d’incombustibilità, presenta un’elevata resistenza al surriscaldamento in caso d’incendio e possiede, inoltre, un’ampia duttilità e ottime qualità estetiche.
La pasta di vetro ha, infatti, incontrato i favori di un mercato ad altissimo valore aggiunto come quello degli arredi interni per natanti di lusso.
Con la pasta di vetro si possono realizzare anche molti altri rivestimenti e complementi d’arredo come: piastrelle, top per cucina, sanitari e molti altri manufatti per l’edilizia. Questo materiale consentirà ad aziende di eco-design, bioarchitettura, imprese di costruzione, etc., di entrare in un nuovo scenario industriale e ottenere enormi vantaggi economici, di ridurre l’estrazione delle materie prime e di conseguenza anche l’inquinamento ambientale. Tutto questo rientra anche perfettamente nel concetto di promozione di una società del 'RICICLO', come chiede l’Europa, caratterizzata da mercati e consumatori più consapevoli, ma anche da cittadini e amministratori pubblici che sostengano il settore degli acquisiti verdi.
CoReVe ha istituito dal 2009 uno speciale fondo per accantonare risorse economiche da destinare ai Comuni, con l’obiettivo di migliorare e ottimizzare la qualità della raccolta e il recupero del vetro e di finanziare progetti sperimentali volti a individuare impieghi alternativi del vetro non ancora riciclabile, proprio come il progetto realizzato in collaborazione con il Comune di Modena attraverso EcoTecnoMat.
Oggi trasformare i rifiuti in oggetti preziosi, addirittura di lusso, è uno dei principali obiettivi dell’industria che punta diritto a un’economia verde come viatico per uscire dalla crisi. La nuova “arte” di riciclare tutti gli scarti, come fossero veri e propri giacimenti metropolitani, punta a recuperare e creare oggetti di valore proprio con quella parte di rifiuti che si ritenevano essere lo “scarto dello scarto” dei rifiuti di imballaggio raccolti con la differenziata, fino ad oggi tristemente destinati allo smaltimento.
“La pasta di vetro consente di riciclare efficacemente anche quelle frazioni di scarto che non trovano oggi una nuova vita in vetreria, a causa delle scarse caratteristiche qualitative di partenza o perché perse nelle operazioni di trattamento e rimozione delle impurità. Inoltre, permette la riduzione dell’estrazione delle materie prime tradizionali per l’edilizia e notevoli risparmi energetici ed economici.” – dichiara Gianpaolo Caccini, Presidente di CoReVe.
“Con questo impasto innovativo ed ecologico si apre un nuovo mercato – continua Caccini - e prende così il via un business interessante a livello industriale, per le aziende che operano negli ambiti dell’eco-design, della bioarchitettura, delle ceramiche o dei materiali da rivestimento e dell’arredamento, così come le imprese di costruzione, etc., che hanno la possibilità di entrare in un nuovo scenario di mercato e di ottenere una serie di vantaggi sia economici che di efficienza energetica