Rifiuti all'estero, a Roma ancora si discute sul da farsi
Si discute sul bando presentato da Ama. Per il ministro Clini è "paradossale", per Legambiente uno "scandalo", per Alemanno solo "un'opzione in caso di necessità
27 November, 2012
Con il bando presentato da Ama, che prevede l’esportazione di 1200 tonnellate di rifiuti al giorno verso paesi terzi, il sindaco Alemanno ora vuole il disco verde da parte del ministro Clini, nel caso l'emergenza dovesse sprofondare. L’extrema ratio, per usare un termine del sindaco, è infatti, per il ministro Clini “un messaggio molto negativo che l’Italia da all’Europa e un provvedimento paradossale”.
Una linea sulla quale si avvicina anche Legambiente, che ha spiegato come quei 100 milioni stanziati per l’esportazione dei rifiuti sarebbero abbastanza per avviare la raccolta differenziata in tutta la città di Roma. Alemanno ha spiegato che “la scelta di aprire una gara per portare i rifiuti all’estero è solo un modo per evitare di continuare a conferire rifiuti tal quale dentro la discarica di Malagrotta o quella di Monti dell’Ortaccio che dista poche centinaia di metri. Con il Piano regionale della Regione Lazio, che ha stabilito che l’Ato è esteso a tutto il territorio provinciale di Roma, sono due anni che chiediamo a tutte le istituzioni sovraordinate, dalla Provincia di Roma al ministero dell’Ambiente, di individuare siti idonei e impianti per smaltire i rifiuti che fino a ora vengono scaricati a Malagrotta”.
Un Piano regionale che fa discutere, con investimenti in direzioni dai più ritenute sbagliate (come nell’inceneritore di Colleferro o nella società pubblica Lazio Ambiente Spa, creata dalla giunta Polverini, costata già svariati milioni di euro e sostanzialmente completamente inutile, visto lo stato attuale delle cose).
Secondo quanto comunicato da Ama, il bando prevede che “la spesa complessiva massima presunta di euro 100 milioni e 800mila euro, omnicomprensiva ma al netto dell’Iva se dovuta, graverà sul budget aziendale come segue: anno 2013, euro 63 milioni, 31.5 per la gara e 31.5 milioni per la procedura negoziata; anno 2014, euro 37 milioni e 800 mila”. Una spesa, secondo Legambiente, assolutamente folle: “Quello dei rifiuti all’estero è un nuovo scandalo, è folle che il sindaco Alemanno voglia spendere 100 milioni di euro dei cittadini romani per questa assurda operazione, quando con quella stessa cifra tutta la città potrebbe passare al porta a porta, far schizzare in alto i numeri della differenziata e ridurre enormemente la mole di rifiuti da trattare, seppellire o bruciare, chiudendo discariche e inceneritori”.