Torino, il Comune sperimenta il telelavoro con 20 impiegate
La sperimentazione partirà a gennaio e durerà 4 mesi. Le 20 "telelavoratrici" sono state scelte tra le 86 impiegate che hanno risposto al bando del Comune di Torino. Nell'Europa a 15 l'Italia è ultima in classifica per occupati in telelavoro
05 December, 2012
Dal prossimo gennaio, e per quattro mesi, 20 impiegate del Comune di Torino "telelavoreranno". Il Comune ha infatti scelto di adottare sperimentalmente questa modalità di lavoro che mira a ridurre i trasferimenti quotidiani casa-ufficio. Le venti impiegate sono state scelte tra le 86 donne che hanno risposto al bando per la ricerca interna di personale disponibile a lavorare a distanza.
Per fornire alle lavoratrici informazioni specifiche sulle modalità di lavoro a distanza, ha preso avvio un percorso formativo della durata complessiva di 30 ore. In apertura del corso l’assessore alle Pari Opportunità, Mariacristina Spinosa ha affermato che "l’amministrazione stava pensando da tempo di promuovere forme flessibili di organizzazione del lavoro che permettessero alle nostre dipendenti di individuare le soluzioni più attinenti alle proprie esigenze di conciliazione tra responsabilità lavorative, familiari o personali e allo stesso tempo, favorissero maggiore efficienza e sostenibilità ambientale”.
Tra i criteri adottati dal Comune per la scelta delle dipendenti da ammettere a questa modalità di lavoro sono state considerate eventuali condizioni di disabilità psicofisica che rendono disagevole il raggiungimento dell’ufficio, il tempo di percorrenza dall’abitazione alla sede di lavoro, le esigenze di cura dei figli con meno di otto anni, la presenza di disabili in famiglia e, per garantirne la fattibilità tecnica, l'effettiva possibilità di utilizzare in casa strumenti telematici e tecnologie di rete e l’idoneità del domicilio rispetto alle normative in materia di sicurezza. E' stata infine data priorità a quelle dipendenti il cui lavoro può essere svolto anche fuori dalla sede degli uffici comunali, come ad esempio la compilazione di formulari su web, l’estrazione di dati o la trascrizione dei verbali relativi alla sedute del Consiglio comunale.
A proposito di telelavoro è bene ricordare che l'Italia, considerando l’Europa a 15, è ultima in classifica: ha il 3,9% degli occupati in telelavoro contro una media europea dell’8,4%, con la Danimarca al 16%, il Regno Unito al 9,6%, la Germania all'8,5% e la Francia al 7%. "Il limite allo sviluppo del telelavoro -secondo quanto riportato dal documento finale del gruppo di lavoro Sviluppo di una mobilità sostenibile agli Stati Generali della Green Economy dello scorso novembre a Rimini- provengono dal ritardo organizzativo dei processi interni alle aziende sia pubbliche che private ma anche da un ritardo infrastrutturale. Il ritardo italiano nella dotazione di una banda larga e la connessa velocità di trasmissione/connessione ostacola il principale requisito tecnico per la diffusione di alcuni servizi quali: telelavoro, telemedicina, IPTV, teleconferenza, videochiamata, l'avvio di un'attività a distanza".