Brindisi, processo Enel-Carbone. Legambiente si costituisce parte civile
Legambiente Puglia insieme al Circolo di Brindisi, si costituisce parte civile incentrando la propria consulenza tecnica sull’integrazione dei capi d’imputazione, dal riconoscimento del “danno ambientale” provocato alla “non ottemperanza del Principio di Precauzione”. Sorprende l’assenza della Regione Puglia e del Ministero dell’Ambiente
13 December, 2012
Si è svolta la prima udienza relativa al processo per la perdita di polvere di carbone dal nastro trasportatore e dal parco della centrale ENEL di Brindisi Sud-Cerano, nella quale gli imputati (15 dirigenti Enel) sono, fra l’altro, accusati di “… condotte omissive in conseguenza delle quali versavano, ripetutamente, grandi quantità di polveri di carbone nelle aree circostanti l’asse attrezzato …. polveri che invadevano le aree agricole e residenziali circostanti, cagionando danni, insudiciamenti ed imbrattamenti, reiterati nel tempo, ai terreni ed alle colture ivi presenti, con danni alle attività agricole svolte sui terreni medesimi, nonché cagionando imbrattamento e molestia alle persone fisiche ivi residenti….” .
Nel corso dell’udienza si sono costituite tutte le parti offese individuate dalla Procura, tranne il Ministero dell’Ambiente che più di tutti avrebbe dovuto sentire il dovere di costituirsi, anche per farsi portatore della richiesta di “danno ambientale”, riconosciuto, fra l’altro, nelle Conferenze di servizio tecniche e decisore che hanno valutato i Piani di caratterizzazione effettuati nell’intorno del nastro trasportatore e del carbonile e, ancor più recentemente, nell’area agricola antistante le Saline di Punta della Contessa.
“Danno ambientale”, riconosciuto dallo stesso Ministero nell’ambito dell’Accordo di Programma per la bonifica del SIN di Brindisi e per il quale la stessa ENEL ha con il Ministero sottoscritto un contratto di “transazione”, per i terreni di proprietà, pari a circa 64 milioni di euro, da pagare in 10 anni e senza interessi.
Un tale impegno finanziario, irrisorio rispetto ai profitti ottenuti ed agli oneri effettivi delle bonifiche, non poteva, a nostro avviso, esimere il Ministero dall’obbligo di costituirsi in giudizio come parte civile.
Il Comitato regionale di Legambiente, congiuntamente al Circolo di Brindisi, ha avanzato istanza di costituzione di parte civile ed ha incentrato la propria consulenza tecnica proprio sull’integrazione dei capi d’imputazione, includendo sia il riconoscimento del “danno ambientale” provocato, sia la non ottemperanza del “Principio di Precauzione”, sancito non solo dalla normativa nazionale (art. 301 del D.Lgs 152/2006) ma soprattutto dall’art. 174, paragrafo 2 del Trattato della Comunità Europea.
In considerazione delle risorse pubbliche, finanziarie e tecniche, investite nei Piani di caratterizzazione e della Analisi di Rischio effettuati sui terreni agricoli e sulle sottostanti acque sotterranee da parte della Regione Puglia e del Commissario per l’emergenza ambientale in Puglia, sorprende negativamente l’assenza e quindi la non costituzione della stessa Regione.
comunicato stampa - LEGAMBIENTE Circolo “Tonino Di Giulio”
Piazzetta Scolmafora, 2 - 72100 Brindisi
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