Conversione decreto Ilva. Nicastro: “Giorno triste a Roma”. La replica di Clini
“E' un giorno triste a Roma perché si tenta di convertire in legge il decreto Ilva. Uno tzunami sulla città. Impossibile la commercializzazione del prodotto finito poiché si tratta di prodotto di reato. Tecnicamente è come se si restituisse la refurtiva ad un ladro in attesa del giudizio”. Clini, con Aia più severa già nel 2011 “non ci sarebbe stato bisogno di un decreto legge”
19 December, 2012
L'Assessore alla Qualità dell'Ambiente della Puglia, Lorenzo Nicastro, intervenuto ieri alla scuola Grazia Deledda di Taranto agli Stati Generali di Arpa Puglia. “E' un giorno triste a Roma perché si tenta di convertire in legge il decreto Ilva. bell & ross replica Andando oltre la vicenda del conflitto di attribuzioni che io vedo piuttosto come uno straripamento del Governo, come uno tzunami che si abbatte sulla città, trasformare in legge un provvedimento amministrativo come l'AIA significa allungare ogni passaggio di riforma di anni luce, mentre le evidenze scientifiche si muovono nell'ordine di nano secondi. Torniamo all'era borbonica in cui si decide per legge ogni aspetto della vita del paese, abbandonando la conquista moderna degli atti amministrativi, come strumento trasparente e partecipato di definizione dei percorsi”.
“Quanto poi all'idea di un emendamento che permetta la commercializzazione del prodotto finito prima dell'entrata in vigore del decreto, ribadisco il concetto: trattandosi di prodotto di reato – ha poi spiegato Nicastro - potrebbe essere soggetto a confisca in caso di condanna degli imputati. Tecnicamente è come se si restituisse la refurtiva ad un ladro in attesa del giudizio”.
In riferimento alle affermazioni dell’assessore regionale all’ambiente della Puglia il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha replicato: “Se l'Aia rilasciata il 4 agosto 2011 con l'assenso della Regione Puglia avesse adottato le prescrizioni ambientali e gli impegni di risanamento per l'Ilva che ho imposto con la nuova Aia il 26 ottobre 2012, non ci sarebbe stato il sequestro degli impianti e non ci sarebbe stato bisogno di un decreto legge”.