Aci e Censis: con la crisi meno km percorsi e automobilisti più disciplinati
Aci e Censis presentano la ventesima edizione di "Rapporto Auto": nell'ultimo anno aumentano i costi di gestione dei veicoli privati (+11,3%) e si riducono i chilometri percorsi (-5/7%). Positivi, secondo la ricerca, i riflessi della crisi anche sul fronte del rispetto delle regole: scende del 7% il numero di persone che dichiara di parcheggiare in divieto di sosta e del 2% quello di chi lascia l’auto in doppia fila
19 December, 2012
E' stato presentato da ACI e Censis l’edizione 2012 –la ventesima– del “Rapporto Auto”. I dati che emergono dalla ricerca dell'Automobil Club Italiano oltre a fotografare il crollo di vendite di auto (-20% nei primi undici mesi del 2012) e la sempre più scarsa propensione degli italiani all'acquisto (il 52,6% degli intervistati non ha intenzione di comprare un’auto nei prossimi tre anni), indicano i maggiori costi di gestione dei veicoli privati. Ad una riduzione (-5%/-7%) dei chilometri annui percorsi, corrisponde un incremento medio dei costi del +3,8%. Lo scorso anno, tra costi fissi (assicurazione, bollo) e costi variabili (carburante, autostrada, multe, etc.), l’auto costava in media 3.278,00€ mentre quest’anno la cifra è salita a 3.425,00€ (+4,4%). Il maggior incremento (147€) è imputabile per il 72,8% al costo del carburante, che incide globalmente per il 47,8% sul costo finale. Nei primi 10 mesi dell’anno il prezzo medio della benzina è aumentato infatti del 16%. Pur percorrendo meno chilometri, dunque, il costo per km percorso cresce: +11,3%.
I maggiori costi e la crisi economica hanno indotto ad una riduzione dei consumi di carburanti (-10,5% benzina e -9,7% diesel tra gennaio e ottobre 2012) e al modificarsi delle abitudini degli automobilisti. L'auto viene mediamente utilizzata per 4,4 giorni/settimana contro un valore di 4,6 del 2011. Si riducono (da 3,2 a 3,0: erano 4,1 nel 2010) gli spostamenti nei giorni feriali; aumentano invece da 1,8 a 2,1 quelli nei giorni festivi (tornati ai livelli 2010). La crisi -sostiene il rapporto ACI-Censis- incentiva forme di mobilità alternativa spostando volumi di traffico verso il trasporto pubblico e le biciclette. L’incremento dell’uso della bicicletta ha fatto però contestualmente registrare un sensibile aumento dei ciclisti morti (+7,2%) e feriti (+11,7%) in incidenti stradali e le bici sono diventate il terzo veicolo, dopo autovetture e motocicli, con il maggior numero di conducenti morti. Ancora marginale, anche se in costante crescita, il ruolo del car sharing: aumentano gli utenti (+26%), il parco autovetture (+8%) e il numero dei parcheggi (10%).
Positivi, da quanto emerge dalla ricerca, i riflessi anche sul fronte dei comportamenti, dove l’impoverimento rende gli automobilisti un po' più rispettosi delle regole. "Sono stati i morsi della crisi -si legge- e non un improvviso impulso alla liceità o alla sicurezza a modificare, in un solo anno, lo stile di guida di automobilisti e motociclisti, suggerendo maggiore attenzione per evitare sanzioni. Per la prima volta, l’autodenuncia delle infrazioni commesse ha segnato una brusca inversione di tendenza, con riduzioni significative sia per le trasgressioni “light” che per quelle ad alta pericolosità". Scende del 7% il numero di chi parcheggia in divieto di sosta e del 2% quello di chi lascia l’auto in doppia fila. Il 7% di automobilisti in meno, inoltre, dichiara di superare i limiti di velocità o di passare con il semaforo rosso o di non utilizzarele cinture di sicurezza (-3%). Ancora molto elevato, invece, l’uso del cellulare senza vivavoce o auricolare (36,8% degli intervistati). Rispetto allo scorso anno migliora anche il comportamento delle fasce tradizionalmente più "trasgressive". Il 35,4% dei giovani, ad esempio, “confessa” il superamento dei limiti di velocità: lo scorso anno era il 42%.