Wwf Puglia: "No all'impianto di discarica per il recupero di materiali ferrosi vicino Bitonto"
La discarica nella cava devasterà l’ambiente dell’agro bitontino. L'associazione ambientalista confida nel diniego finale della Provincia di Bari. WWF Puglia : «Si tratta di un sito dalle criticità notevoli. Il sito su cui si intende realizzare la discarica è attraversato da una "ripa di erosione" e lambisce un corso d’acqua denominato Lama di Macina»
23 January, 2013
Un mega impianto per il recupero di materiali ferrosi e per lo smaltimento di rifiuti in agro di Bitonto (Ba), località Colaianni, rischia di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio geologico ed ambientale. Il WWF Puglia boccia senza dubbi il progetto che prevede l'allestimento di una piattaforma integrata per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi con annessa discarica.
Toccherà alla Provincia di Bari l’arduo compito di esaminare la domanda della ditta Fer. Live s.r.l e la questione è resa più urgente dalla richiesta di rilascio dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), provvedimento che autorizzerebbe di fatto la messa in esercizio di detto impianto.
Una domanda, a giudizio del WWF, incompatibile con l'attuale impiego di quel sito. «Il Servizio Ecologia della Regione Puglia ha rilasciato giudizio di compatibilità ambientale (VIA) favorevole all’ampliamento della cava di pietra calcarea di proprietà dei f.lli Robles (D.D n. 442/2007, n. 65/2009) – precisa il dott. Leonardo Lorusso, presidente del WWF Puglia - . In tale sito e in altre particelle catastali limitrofe la società FER.LIVE, intende ora realizzare l’impianto di smaltimento rifiuti».
Per impedire l’ennesimo disastro ambientale il WWF ha depositato le sue osservazioni contrarie al rilascio dell’AIA, articolate in 25 punti. Ma per capire l'annosa questione occorre fare ancora un passo indietro. La Provincia di Bari aveva già concesso nel 2011 (con D.D. n. 858 del 30/12/2011) la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) favorevole, procedura che rappresenta l'anticamera verso l'attuazione del progetto. «Anche in considerazione di un'attività di estrazione ancora in esercizio nel sito in questione – continua il dott. Lorusso -, la realizzazione di un nuovo impianto (questa volta di smaltimento rifiuti) costituisce variante progettuale con impatti ambientali diversi da quelli esaminati nel giudizio di compatibilità ambientale rilasciato dalla Regione».
Per questo il WWF si appella ad un difetto di competenza. La Provincia non era l’organo competente al rilascio del suddetto giudizio di compatibilità ambientale in quanto per il sito in questione, trattandosi di variazione progettuale, la procedura di VIA avrebbe dovuto essere esaminata e definita dalla Regione. Per non parlare del fatto che il giudizio della Provincia di Bari non contempla il giudizio dell’ENAC (Ente nazionale per l'aviazione civile), dal momento che l’insediamento dell’attività è posizionato ad una distanza inferiore ai 13 km dal sedime aeroportuale.
Senza appello, poi, il giudizio del WWF sotto il profilo ambientale: «Non è possibile che lì sorga una discarica». Prima di tutto – contesta l'associazione in una nota prodotta dinanzi alla Provincia di Bari - perchè «il sito su cui si intende realizzare la discarica è attraversato da una “ripa di erosione”, inoltre il contorno della cava su cui verrà insediato l’impianto di smaltimento lambisce una componente geomorfoidrologica costituita dal corso d’acqua denominato “Lama di Macina”».
Si tratta, in sostanza, di un sito dalle criticità notevoli, come evidenziato dalla relazione geologica allegata alla richiesta di AIA, che segnala una “permeabilità alta” del basamento calcareo-dolomitico. «In particolare – aggiunge il presidente del WWF Puglia - per quanto concerne le condizioni di stabilità del sito, sono stati osservati numerosi crolli di frammenti di varia pezzatura e blocchi calcarei. Inoltre è riferito che l’ammasso roccioso si presenta spesso in condizioni di incipiente instabilità. Tali criticità potrebbero innescare, in alcune parti della cava, una frana per scivolamento planare qualora l’ammasso roccioso dovesse essere gravato da automezzi, manufatti e/o strutture oppure a seguito di eventi sismici».
Ora non ci resta che attendere l’atto finale della Provincia di Bari, affinché si possa fermare definitivamente la possibilità di realizzare un impianto così devastante in un territorio già altamente sensibile.