Roma, l'emergenza dei rifiuti è una vera e propria "guerra"
Presentato il libro di Massimiliano Iervolino "La guerra dei rifiuti": retroscena, vicissitudini e paradossi dell'emergenza capitolina dell'immondizia vengono raccontati e snocciolati con piglio e cura. Con una convinzione: i rischi ambientali, mentre si decide sul da farsi, crescono.
28 January, 2013
Giorgia Fanari
I camion con i rifiuti indifferenziati e non trattati di Roma sono pronti a prendere la strada per la Provincia e la Regione per essere trattati nei 4 impianti che sono stati indicati: Viterbo, Albano laziale, Col Felice e Latina. È quanto prevede infatti il decreto del Ministro Corrado Clini, secondo cui i rifiuti romani sarebbero dovuti cominciare ad essere trattati a partire dal 25 gennaio. Il Ministro ha deciso che per attuare la legge europea del 1999, recepita in Italia solo nel tardo 2005, in cui si vieta di buttare nelle discariche i rifiuti non trattati, le 1.500 tonnellate di rifiuti che si producono ogni giorno a Roma e che non riescono ad essere pre-trattate dagli impianti di trattamento biologico meccanico, sarebbero dovute andare non a Malagrotta ma negli altri impianti di trattamento. Tuttavia, sindaci, cittadini ed enti della provincia e della regione hanno già annunciato di non volere i rifiuti di Roma. È così che continua l’emergenza rifiuti di Roma e provincia che potrebbe rischiare di portare i “rifiuti a Via Nazionale”; un’emergenza che viene alla luce nel giugno 2011, quando la Commissione Europea riapre la procedura di infrazione sulla discarica di Malagrotta, grazie all’intervento dei cittadini che con l’azione del Comitato Malagrotta denunciano ciò che nella discarica più grande d’Europa accade da moltissimi anni, cioè sversare e buttare ‘tal quale’ nell’invaso.
“Sversare tal quale vuol dire produrre percolato, gas nocivi e odori nauseabondi, quindi inquinamento”, sottolinea Massimiliano Iervolino, presentando il suo nuovo libro “Roma, la guerra dei rifiuti” in cui si raccontano, proprio a partire dal giugno 2011, le vicende che hanno accompagnato l’immondizia romana. “Prima di questa data i partiti politici che hanno governato per tanti anni il Lazio e Roma non hanno fatto altro che avallare lo smaltimento di rifiuti tal quale a Malagrotta, per motivi economici, poiché costa meno rispetto al farlo trattare. Una situazione che andava bene, oltre che ai partiti politici che risparmiavano nei bilanci di Regione e Comune, anche a Manlio Cerroni, il padrone di Malagrotta, che sulla sua discarica ha fondato un vero e proprio impero. Tuttavia – continua Iervolino - con l’ammonimento dell’UE, si scatena una guerra che contraddistingue tutto l’operato di Pecoraro, primo Commissario all’emergenza rifiuti nella provincia di Roma: la Regione Lazio e il Comune di Roma cercano di garantirsi quello che per 30 anni è stato garantito da Manlio Cerroni, cioè gestire la nuova discarica. Questo è il senso della guerra che dà il titolo al libro: sulla nuova discarica e su un eventuale nuovo termovalorizzatore si è scatenata una battaglia per una questione puramente economica. Gestire una discarica vuol dire fare tanti soldi”.
Sversare tal quale a Malagrotta costa 66 euro/tonnellata, versare frazione organica stabilizzata costa circa 99 euro/tonnellata: solo Roma produce circa 5.000 tonnellate al giorno di rifiuti, di cui 1.000 vanno differenziate a gli altri 4.000 sono indifferenziati Il conto viene facilmente e fa capire il gioco e la portata di questa guerra. Iervolino nel suo libro commenta duramente la classe politica che ha affrontato il problema rifiuti da quando esiste Malagrotta, cioè dagli anni ’80, parlando di comportamento doloso e irresponsabile. “Gli attori politici che hanno governato negli ultimi 15 anni – afferma Iervolino - non hanno rispettato le leggi e attraverso il principio della deroga e della proroga di Malagrotta hanno continuato a riempire la discarica. Le leggi e le direttive europee sono semplici e chiare quando affermano che c’è bisogno di riduzione dei rifiuti, di differenziazione, di recupero di materia ed energia, e solo alla fine di smaltimento in discarica laddove la discarica deve essere un invaso residuato. La legge nazionale e le direttive europee hanno dato percentuali precise come obiettivi da raggiungere: il Lazio entro il 2010 sarebbe dovuto stare al 60% di raccolta differenziata, entro il 2012 al 65%. Oggi invece nel Lazio siamo al di sotto del 20% , a Roma intorno al 30% e nessuno è in grado di rispondere sulla percentuale di raccolta differenziata che viene effettivamente recuperata e reimmessa sul mercato come materia prima seconda. Dopo l’intervento dell’Europa – aggiunge Iervolino – invece di cercare una soluzione che permettesse un cambiamento positivo, si è semplicemente andati avanti con commissariamenti e si è cercato un altro buco da riempire non con materiale trattato o residuale rispetto al totale di rifiuti, ma con 1,4 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti di cui il 70% non trattato”.
Il libro di Iervolino analizza attentamente la situazione italiana e soprattutto romana, raccontando di “esseri mitologici” come Manlio Cerroni che crede di meritarsi l’appellativo di salvatore della Capitale, e di persone che invece cercano di sollecitare il governo e la politica ad affrontare non solo il problema ambientale ma anche sanitario. “Nella Valle Galeria non c’è solo la discarica di Malagrotta, ci sono anche una raffineria, un inceneritore di rifiuti ospedalieri, diverse cave, due impianti di trattamento meccanico biologico e un gassificatore, spento da circa un anno”, spiega Iervolino, sottolineando che in quella zona si muore con una percentuale maggiore rispetto ad altri quadranti di Roma. Secondo l’autore di “Roma, la guerra dei rifiuti”, per invogliare i cittadini a fare la raccolta differenziata c’è bisogno non solo di informazione ma anche di una politica differente che dia uno stimolo economico. “Alcuni Paesi del nord Europa”, ha risposto Iervolino ad Ecodallecittà “invece di avere la nostra tariffa parametrica, con cui la tassa per la gestione dei rifiuti è calcolata sui metri quadri dell’abitazione e sui residenti, hanno una tariffa puntuale cioè più si fa la raccolta differenziata meno si paga”.