Napoli, ecco come i bus sono rimasti senza carburante. Intervista all’assessore ai Trasporti Anna Donati
Come è possibile ritrovarsi da un giorno all’altro senza carburante, paralizzando i bus nell’intera città per quasi tutta la giornata? "Fino alla tarda sera prima stavamo trattando coi fornitori" E come si è sbloccata la situazione? Risponde ad Eco dalle Città Anna Donati, Assessore ai Trasporti del Comune di Napoli
31 January, 2013
Come è possibile ritrovarsi da un giorno all’altro senza carburante, paralizzando i bus nell’intera città per quasi tutta la giornata? Possibile che nessuno sapesse cosa stava per accadere? Lo chiediamo ad Anna Donati, assessore ai Trasporti del Comune di Napoli.
“Sono sei mesi che il Comune versa in condizioni di difficoltà economica incredibili . L’Azienda, l’ANM, vanta un credito con il Comune di 250 milioni di euro di corrispettivi non pagati. Una situazione su cui sono andati ad aggiungersi pesantemente i tagli al trasporto pubblico, facendo collassare il sistema”. I finanziamenti alla rete dei trasporti hanno colpito orizzontalmente tutte le Regioni, ammette l’assessore, ma mentre le Regioni con un bilancio più stabile hanno potuto, almeno parzialmente, correre ai ripari tirando fuori finanziamenti di tasca loro, in quelle in cui le tasche erano già vuote, la manovra dei tagli ha finito per assestare un colpo mortale.
E un credito di 250 milioni di euro che non si riesce a recuperare – a cui si somma anche quello con la Regione Campania, di circa 40 milioni – fa in fretta a trasformarsi in debiti con i fornitori, che a un certo punto possono decidere di non consegnare più la merce: il carburante. O almeno di farlo in ritardo. “Ovviamente sapevamo cosa stava succedendo, ed eravamo da settimane in trattativa costante per trovare una soluzione al problema dei pagamenti. Per quanto possa sembrare incredibile, e lo è, i trasporti non sono un servizio pubblico essenziale a livello giuridico”.
Vale a dire che ANM è uno dei creditori del Comune, uno dei tanti sulla lista di quelli che devono essere pagati, e non può godere di trattamenti privilegiati. Una forzatura giuridica che però può costare cara. E come è stato possibile sbloccare la situazione allora? “Fino alle dieci di sera di martedì eravamo ancora in trattativa con i fornitori, e speravamo di riuscire a trovare un accordo. Sicuramente a livello comunicativo sono stati fatti molti errori, ma fino all’ultimo sembrava ancora possibile trovare un accordo”. In rete si parlava di fondi ministeriali che sarebbero arrivati dall’alto per uscire dall’impasse. “Assolutamente no. Non abbiamo ricevuto soldi da nessuno. Per fortuna è stato possibile trovare un accordo tra il Comune, l’azienda, e i fornitori, con un piano di pagamenti che ha permesso di far tornare tutto alla normalità. Una normalità che ha ancora molto da migliorare, è chiaro… ”. Ma i fornitori sono stati pagati? “Questo non deve chiederlo a me, sono accordi dell’azienda. Posso dire che qualcosa ad ANM è stato pagato, ma non parliamo assolutamente di cifre importanti”. Per il futuro l’assessore Donati è cauta ma più ottimista, e conta molto sul piano di riequilibrio messo a punto dal Comune, con l’adesione al decreto legge 174/12, “Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali” il cosiddetto Piano Salva Comuni, appunto. Un piano che prevede anche la costituzione di un’unica holding del trasporto pubblico locale, che unirà le tre società partecipate attualmente esistenti (ANM, Metronapoli e Napolipark), e che dovrebbe permettere di gestire le risorse in maniera più efficiente di come è stato fatto in passato”.
Un ruolo nuovo nella giornata di crisi l’ha giocato anche Facebook: la comunicazione su quanto stava avvenendo è stata data prevalentemente (o solo?)in rete: una scelta che ha fatto discutere e che non è andata giù ai cittadini che non sono perennemente connessi. “In questi casi la comunicazione va fatta con ogni mezzo a disposizione: non è vero che non c’erano cartelli alle fermate dell’autobus, il problema è che i cittadini l’hanno saputo comunque troppo tardi, quando ormai erano già usciti per andare al lavoro”.
Però il primo post dell’ANM è stato pubblicato alle 14.00 di martedì. Tecnicamente ci sarebbe stato tutto il tempo di avvisarli. “Quella prima comunicazione non lasciava presagire l’entità del disservizio, ma solo malfunzionamenti su alcune linee, come capita purtroppo da mesi. E, come ho detto, eravamo ancora convinti di riuscire a sbloccare la situazione. L’errore non è stato l’aver usato facebook, una pratica che come Assessore ho sempre incoraggiato, ma andava fatto anche un comunicato ufficiale da inviare ai giornali, cosa che invece non è avvenuta”.
Scarsa informazione prima, ma perfino eccessiva dopo, secondo il Sindaco De Magistris, che ha dichiarato di essere sorpreso dall’attenzione dedicata dai media a un disservizio che purtroppo non è una novità. Una città importante come Napoli in cui si fermano i bus perché non c’erano i soldi per pagare il gasolio non è una notizia rilevante? “Certo che lo è, ma quello che voleva dire il Sindaco è che non si è tenuto conto del contesto. Con il Comune che è stato per mesi sull’orlo del fallimento, e i tagli che dovevano far risparmiare un sacco di soldi e invece hanno finito per danneggiare gravemente il servizio pubblico, ci si accorge del problema solo quando capita una giornata di disservizi? Oltretutto in piena campagna elettorale?”. Insomma, per quanto grave la situazione non avrebbe dovuto far cadere tutti dalle nuvole. E il Ministero dei Trasporti? “Ovviamente è al corrente della situazione in cui si trova la Regione Campania. Fra l’altro, dovrebbe far pensare il fatto che contribuisca di più al trasporto pubblico il Comune di Napoli della Regione. Comunque no, non sono stata contattata dal Ministero in questi giorni e nemmeno sono mai stata convocata per discutere la situazione di Napoli”.
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