Abolizione delle Province? Tentativo di deregulation!
“Si vogliono cancellare strumenti di pianificazione e controllo ambientali che vengono visti come ostacoli per la ‘libera azione’ del singolo”. Intervista a Beppe Gamba, ex assessore all’ambiente della Provincia di Torino
10 June, 2009
Emerge forte in questi giorni una volontà di cancellazione dell’ente Provincia. Una volontà che pare essere condivisa anche da parte dell’opinione pubblica, a giudicare dagli articoli comparsi in questi giorni su vari quotidiani. Che ne pensa?
Penso che chi scrive queste cose sui giornali non abbia mai provato a governare, foss’anche un piccolo paesino con poche decine di abitanti.
Una cosa è dire che c’è un deficit di efficienza, ma allora bisognerebbe lavorare nell’ottica di migliorare quest’aspetto, non certo in quella di cancellare un ente che riveste un ruolo fondamentale. In questo caso il problema non sarebbe chi si occupa di certe questioni, ma come. Si lavori dunque sul come, senza cancellare il chi.
Le Province sono investite del ruolo di pianificare e controllare svariati aspetti ambientali. In particolare pensiamo al Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti (PPGR), a quello per l’energia… A chi andrebbero queste deleghe?
Il mio sentore è che dietro alla cancellazione dell’ente provinciale ci sia un tentativo di deregulation. Temo si punti all’eliminazione di questi strumenti di pianificazione, gestione e controllo di aspetti che sono fondamentali, ma che vengono visti come ostacoli al “libero agire” del singolo. Fra l’altro sarebbe bene sottolineare come la Comunità Europea ritenga indispensabili questi strumenti e li imponga agli stati membri che ancora non li hanno.
Il taglio di un livello intermedio fra Comuni e Regioni quali conseguenze potrebbe avere?
Credo che nel giro di pochissimo tempo assisteremmo alla nascita di nuove strutture che replicherebbero esattamente il ruolo di ciò che si è appena cancellato. D’altra parte esistono una lunga serie di questioni che sarebbe impossibile gestire a livello comunale. Faccio alcuni esempi, che esulano dagli aspetti puramente ambientali.
Le strade. Ci sono quasi 4000 chilometri di strade gestite direttamente dalla Provincia di Torino. Chi li gestirebbe? I Comuni? La regione?
In caso di inondazione di una città, spesso sono necessari interventi sui corsi d’acqua a monte della stessa, in montagna. E chi se ne farebbe carico? Il Paesino di 30 anime? La città stessa?
Insomma ci sono molte questioni la cui gestione cadrebbe in un limbo pericoloso: troppo grosse ed onerose per il Comune, e nel contempo la Regione sarebbe troppo lontana per occuparsene.
Il rischio è quello di abbandonare a se stessi una lunga serie di territori “decentrati”, in nome di una sorta di logica darwiniana in cui chi è forte e ricco sopravvive e gli altri si arrangiano.
Politicamente, però, l’abolizione delle Province resta un cavallo di battaglia per molti…
Consiglierei a chi continua a cavalcare questo progetto di smetterla di crearne di nuove, innanzitutto. Inoltre, che la smettano di candidarsi. Che provino a distruggerlo dall’esterno, visto che dubito che una volta eletti cancelleranno l’ente che presiedono…
Resta il nodo di una mancanza di coordinamento fra Enti locali, quando non di sovrapposizioni.
Che si possano o debbano fare delle modifiche è fuor di dubbio. Il centrosinistra aveva iniziato a lavorare in tal senso, sulla scorta della legge Bassanini. Legge che da quando è subentrato al governo il centrodestra è stata di fatto accantonata…
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