Si schierano gli europarlamentari pro-bici
Riuniti in un "brekfast meeting" 14 europarlamentari della neo-legislatura. L'obiettivo è quello di dar vita all’ "Intergruppo Europarlamentare per la mobilità ciclistica". Attualmente solo lo 0,9% dei fondi europei destinati alle infrastrutture trasportistiche viene speso per la mobilità ciclistica
09 July, 2009
Mentre a L'Aquila in Abruzzo si riuniva il G8 per discutere delle emergenze economiche ed ambientali dell'intero pianeta, a Bruxelles 14 europarlamentari della neo-legislatura 2009-2014 partecipavano al "brekfast meeting" tenutosi in una sala del Parlamento Europeo, per iniziativa dell’ECF, l'European Cyclists' Federation. Obiettivo: verificare le condizioni di fattibilità per dar vita all’Intergruppo Europarlamentare per la mobilità ciclistica, la cui costituzione formale avverrà a settembre prossimo.
All’incontro erano presenti rappresentanti dei seguenti partiti: PPE (Partito Popolare Europeo), PSE (Socialisti Europei), ALDE (Alleanza dei Democratici e dei Liberatali per l’Europa) e Verdi. Unica europarlamentare italiana presente, avendo sottoscritto in campagna elettorale il documento ECF/FIAB di impegno per una politica europea del trasporto ciclistico, l’On. Sonia Alfano (ALDE). Ad accogliere i parlamentari europei, Bernhard Ensink, Segretario Generale dell’ECF insieme ai deputati europei Michael Cramer (Verdi) e Said El Khadraoui (PSE), tra primi sostenitori dell'iniziativa.
Creare un asse trasversale tra tutti i gruppi parlamentari è condizione essenziale per far decollare politiche europee adeguate a supporto della mobilità sostenibile e, in particolare, della mobilità ciclistica. Del resto l’obiettivo proposto dall’ECF al termine dalla Conferenza internazionale VELO-CITY 2009 con la "Carta di Bruxelles" firmata da più di una trentina di Città dell’Unione europea (con le recenti adesioni di Bari, Caserta e Valencia), di triplicare entro il 2020 la media attuale europea di spostamenti in bicicletta, dall'attuale 5% al 15%, è inimmaginabile senza il sostegno di tutte le forze politiche che siedono nel Parlamento europeo e che indirizzano le legislazioni nazionali.
Bernhard Ensink, Segretario Generale dell’ECF, illustrando la Carta di Bruxelles e le principali emergenze in materia, ha dichiarato: “L’uso della bicicletta come mezzo di trasporto abituale rende le città più vivibili e contribuisce a ridurre i consumi energetici, la congestione delle strade e le emissioni nocive da traffico veicolare. Ridurre le emissioni di CO2 diventa sempre più una priorità e il contributo della mobilità ciclistica può essere determinante. Ma occorre che l’Unione Europea istituisca una specifica voce di bilancio per la ciclabilità. Attualmente solo lo 0,9% dei fondi europei destinati alle infrastrutture trasportistiche viene speso per la mobilità ciclistica. Inoltre non ci sono ancora norme e standard adeguati a tutela della sicurezza degli utenti della strada in bicicletta: molti i ciclisti che muoiono in città, investiti dalle auto. Occorre intervenire sulle infrastrutture stradali, sulle norme di sicurezza, sugli standard di qualità delle biciclette, sull'educazione alla mobilità ciclistica nelle scuole, solo per citare alcuni campi di intervento”.
"Diventa inoltre essenziale - ha proseguito Bernhard Ensink - che sia nominato un Responsabile Europeo per la Mobilità Ciclistica con il compito di coordinare le diverse azioni eventualmente intraprese dai diversi livelli di Governo dell’Unione Europea". A tal proposito è stato ricordato che proprio il 15 maggio scorso a Bruxelles, intervenuto nella sessione conclusiva della Conferenza VELO-CITY, Mattia Pellegrini del Gabinetto del Commissario europeo per i Trasporti, Antonio Tajani, dichiarò che tale iniziativa sarebbe stata attuata nell’ambito delle misure con cui dare esecuzione al Piano d’Azione della Mobilità Urbana.