Strage di Madrid, si possono difendere i treni e i metrò?
Intervista al presidente dell'Associazione Utenti Trasporto Pubblico. Rassegna stampa. E il comunicato dell'Unione Internazionale Trasporto Pubblico
15 March, 2004
di Alessandra Mazzotta Undici marzo duemilaequattro: l'undici settembre europeo ci ha lasciato addosso 200 morti e un senso di insicurezza che prima non conoscevamo. Stazioni, treni e metropolitane sono diventati i nuovi bersagli del terrore? A qualche giorno dalla strage di Madrid, l'Europa si interroga se è possibile difendere la sicurezza del trasporto pubblico dal terrorismo. Lo abbiamo chiesto a Massimo Ferrari, presidente dell'Associazione Utenti Trasporto Pubblico. Cosa si può fare, secondo lei, per aumentare la sicurezza nel trasporto pubblico? "Poco, ben poco, detto in modo molto schietto. In Gran Bretagna hanno già scartato l'ipotesi di controllare i passeggeri dei treni con il check-in, come succede invece per gli aerei. D'altronde sarebbe impossibile: all'anno nella sola Gran Bretagna viaggia un miliardo di persone. Questo significa che un controllo del genere richiederebbe moltissimo personale e sicuramente un collasso del sistema del trasporto per via dei ritardi. In più bisogna considerare il fatto che l'Europa ha un traffico ferroviario impressionante, che è dodici volte quello degli Usa". Ci sono comunque contromisure da adottare? "Considerata la situazione sono possibili solo controlli a campione e controlli con le telecamere, anche perché esasperando le contromisure si rischierebbe di introdurre la psicosi tra le persone, facendo il gioco dei terroristi. Anche l'attenzione e la collaborazione dei viaggiatori sono fondamentali". E per quanto riguarda invece le metropolitane? "Direi che il discorso è simile, anche se ci sono meno passeggeri che viaggiano con bagaglio grosso". In sintesi, nessuna contromisura può garantire la sicurezza dei viaggiatori nelle nostre stazioni ferroviarie e metropolitane? "Esatto, credo che annullare completamente il rischio di attentati sia molto difficile. Proprio perché nelle stazioni un sistema di screening completo come quello negli aeroporti non è nemmeno pensabile. Importante è allora il lavoro di Intelligence per prevenire, anche perchè non sono tantissimi i gruppi ed i soggetti in grado di compiere certe azioni. Noi certo auspichiamo il massimo dei controlli per rendere tranquilli i viaggiatori. Ma la garanzia assoluta è comunque illusioria".