Garrou, direttore dell´Arpa
21 October, 2003
«La maglia nera di Legambiente a Torino è esagerata, la situazione dell´inquinamento è migliorata negli ultimi dieci anni». Sfata il tabù dell´aria pulita Enrico Garrou, direttore del dipartimento provinciale dell´Arpa. «Il vero problema sono le nuove sostanze che si aggregano al PM10 e di cui conosciamo ancora poco, ma il trend delle polveri è in calo rispetto al passato. Vent´anni fa l´emergenza era il biossido di azoto, oggi non se ne parla quasi più perché è stato risolto». I provvedimenti, come lo stop alle non catalizzate, quindi sono indispensabili per proseguire su questa strada? «I valori dello smog sono cambiati. Una volta erano le attività industriali la sorgente maggiore di inquinanti, oggi sono gli scarichi delle auto, a Torino, dove, in percentuale, circolano molti veicoli non ecologici e non catalizzati, più che in altre province». I livelli di PM10, però, rimangono comunque alti, che si può fare? «Il problema è un altro. Il PM10, in sé e per sé, non è così dannoso per la salute, ma sono le componenti veicolate dalle polveri il vero pericolo. I PM 2,5 e 4, per esempio, riescono a raggiungere gli alveoli dei polmoni». Torino ha una struttura sufficiente per il controllo dello smog? «Ci sono 9 centraline in tutta la città, di cui alcune specializzate nel monitoraggio delle polveri come quella in via Veronese. In tutto il Piemonte ce ne sono 68, un record se si pensa che in tutto il Regno Unito sono solo 92» . Qual è il quartiere dove avete accertato un miglioramento significativo delle PM 10? «Sembrerà inverosimile, ma è la zona di Basse di Stura. Dal 1987 a oggi abbiamo registrato una riduzione drastica delle polveri. Un risultato dovuto, perlopiù, alla deindustrializzazione dell´area e alla chiusura di alcuni grandi stabilimenti di stoccaggio» . (f.m.)