Addio a Mario Fazio una vita per l´ambiente
05 April, 2004
Scomparso a quasi 80 anni il grande giornalista della \"Stampa\", ex presidente di Italia Nostra Mille battaglie, dall´arte al paesaggio Sul tavolino della camera mortuaria un vasetto con i profumi della sua terra Adriano Sansa: \"Nella figura era come nel carattere, dritto, limpido e pulito\" COSTANTINO MALATTO -------------------------------------------------------------------------------- Sul tavolino vicino al corpo, nella camera mortuaria dell´ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, la moglie e i figli hanno appoggiato un vasetto con un mazzolino di rosmarino, lavanda, alloro, gli \"odori\" della sua terra, che Mario Fazio amava tanto. Il giornalista ligure, inviato editorialista de \"La Stampa\" - era nato ad Alassio ottant´anni fa -, malato da tempo, è morto ieri mattina nell´ospedale dove era ricoverato da un mese. Vicino a lui la moglie amatissima Speranza Preve e i figli Giovanna, Emanuele e Lorenzo. I funerali di Mario Fazio si svolgeranno oggi pomeriggio alle 15,30 nella chiesa dei Frati Cappuccini in piazza San Francesco ad Alassio. «Con Fazio scompare un´importante figura di giornalista impegnato in una lunga battaglia civile e costruttiva in difesa del paesaggio e dell´ambiente» ha commentato Fulco Pratesi, presidente del Wwf. In realtà la difesa della natura è stata per Fazio più una necessità che una missione. Essere schierato nella salvaguardia dell´ambiente era una doverosa conseguenza del suo amore per l´ambiente stesso, per il mare che frequentava da appassionato velista, per la sua terra di Liguria, per il territorio di un´Italia che ha sempre sentito come una parte della sua anima. Un sentimento di attaccamento e di protezione nei confronti della natura che Mario Fazio ha testimoniato con anni di giornalismo dedicato proprio a questi temi e con la presidenza di \"Italia Nostra\", associazione ambientalista che l´ha visto tra i sostenitori fino dalla nascita. «Fazio aveva identificato l´origine di alcune degenerazioni sociali - ha detto Pratesi - nelle aberrazioni urbanistiche e architettoniche di molte periferie urbane. La sua scomparsa avviene purtroppo in un momento di grande rischio per la bellezza del paesaggio e dell´architettura italiana, insidiate da condoni edilizi e aggressioni abusivistiche». «In lui carattere e aspetto fisico avevano raggiunto una perfetta osmosi - racconta Adriano Sansa, suo amico carissimo -. Mario Fazio era nella figura come era nel temperamento: dritto, limpido, pulito. La sua difesa dell´arte, della bellezza, dell´ambiente è stata decisa, senza condizionamenti. Questo emerse più di ogni altra occasione nel periodo nel quale scrisse \"L´inganno nucleare\", libro nel quale metteva in guardia dal facile ottimismo a proposito dell´energia ricavata dall´atomo. A causa di quell´opera Fazio fu fatto segno a una forte ostilità, trattato spesso con arroganza e con malanimo. Ricordo il giorno in cui venne a Genova - la città che allora era la \"capitale\" dell´industria nucleare - al circolo Gramsci a presentare il libro, la serenità che Mario mantenne di fronte alla contestazione accesa delle sue tesi. Lo stesso grande coraggio che ha mostrato anche davanti alla malattia». La difesa dell´ambiente e la passione per la vela, i due legami che hanno unito Fazio e Sansa: «Una volta, quando da giovane pretore avevo condotto alcune inchieste clamorose sui danni ambientali - ricorda ancora Sansa - e Mario era già un giornalista noto e appassionato nella difesa della natura, ci ritrovammo sul coronamento della diga di Alassio. Un velista passò lì davanti e nel vederci insieme a passeggio esclamò: \"Mia quei dui , che bella coppia\"». La passione per il paesaggio, l´architettura e la tutela dei centri storici diede frutto, oltre che nell´attività giornalistica come inviato della \"Stampa\", anche nella pubblicazione di numerosi libri: «I centri storici italiani» (1976), «Il destino dei centri storici» (La nuova Italia, 1978), «Antico è bello» in collaborazione con Renzo Piano, «Il recupero delle città» (1980). L´ultimo libro sul tema si intitolava «Passato e Futuro delle città, ovvero il Processo all´architettura contemporanea» (Einaudi, 2000). La sua attività lo ha portato, soprattutto quando era giovane, in giro per tutto il mondo. Resta ancora il ricordo di un suo viaggio in nave verso l´Australia, continente che a quei tempi restava ancora con un´aura di mistero. Ma per lontano che si spingesse, ad attenderlo al ritorno c´era sempre la sua Alassio, il cui paesaggio dominava dalla sua villa in collina, con un giardino che sembrava più una foresta che una composizione curata. C´era la famiglia, i quattro nipoti che lo adoravano. E c´era il mare, la sua barca a vela. «Era stata la sua passione, fin da ragazzo, fin da quando aveva cominciato con la prima piccola imbarcazione. Da quando è stato male ci pensava sempre - dice la figlia Giovanna - ripeteva: la mia barca, la mia barca?»